Parla Enrico Pezzoli

Aumento tariffe acqua, sindaci in protesta. Il presidente di Como Acqua: "40 centesimi a utente per investire sul futuro"

Il presidente di Como Acqua Enrico Pezzoli parla dopo le polemiche di alcuni sindaci sull’aumento delle tariffe.

Aumento tariffe acqua, sindaci in protesta. Il presidente di Como Acqua: "40 centesimi a utente per investire sul futuro"
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Ha scatenato un vero e proprio vespaio l’approvazione nei giorni scorsi da parte della Conferenza dei Sindaci dell’Ato (Ufficio d’Ambito di Como) dell’aumento delle tariffe dell’acqua. 117 i Comuni votanti, di cui 71 favorevoli (55%), 16 contrari (9%), 30 gli astenuti (24%) che hanno approvato la proposta: nel periodo 2020-2023 l’aumento sarà del 5% ripartito tra 2021 (+1%), 2022 (+3%), fino a raggiungere il 5% complessivo nel 2023 rispetto alle tariffe del 2019.

Aumento tariffe acqua, sindaci in protesta. Il presidente di Como Acqua: "40 centesimi a utente per investire sul futuro"

Diversi sindaci contrari hanno spiegato le proprie motivazioni. Per fare il punto della situazione abbiamo chiesto lumi a Enrico Pezzoli, presidente del gestore del servizio idrico integrato, Como Acqua. Presidente, c’è stato un forte scontro nella Conferenza dei Sindaci, con 16 voti contrari e 30 astenuti sull’aumento delle tariffe.

Cosa è successo secondo lei?

«È bene chiarire termini e ruoli per non alimentare equivoci ed essere quanto più possibile chiari e trasparenti anche con i cittadini: la Conferenza dei Sindaci e l’Assemblea di Como Acqua sono organi differenti che vanno distinti: la prima viene convocata per il tramite dell’ufficio d’ambito allo scopo di rilasciare dei pareri in relazione alle tariffe e al piano d’ambito (ovvero gli investimenti che si desidera sostenere), pareri che come tali vengono poi recepiti dal gestore, ossia Como Acqua. Trattandosi di uno spazio di confronto credo sia naturale vi siano state istanze diverse, e a volte contrastanti, rispetto alle decisioni da assumere. Un fatto perfettamente naturale. Nihil sub sole novi».

Contrari e astenuti contestano l’aumento in un periodo già difficile per le famiglie e le imprese e ritenuto «non necessario» al momento. E’ così, sarebbe possibile recuperare i fondi dei tre step di aumenti in un altro modo? Alcuni sindaci parlano ad esempio di abbassare i costi di gestione.

«Continuo a sentire parlare di aumento, rincaro, ma anche le parole sono importanti: quello che si delinea è un impegno di investimento per proteggere e valorizzare un bene, l’acqua, non solo per noi ma soprattutto per le prossime generazioni. Ci viene richiesto nel 2021 uno sforzo di visione e lungimiranza che si attesta su una cifra davvero contenuta: 0.40 euro l’anno per utente sono un impegno minimo se confrontato con il beneficio che ciò assicurerà ai nostri figli. A chi rimarca che il periodo storico sia difficile e complicato, rispondiamo con i fatti: Como Acqua, dalla sua nascita nel 2019, ha portato un nutrito indotto lavorativo per il territorio comasco, attraverso l’assunzione di personale (da 134 a 225 dipendenti oggi con un contratto a tempo indeterminato) e lavori per le imprese per quasi 91.000.000 euro in 4 anni: risultati di tutto rispetto in un contesto come quello che stiamo attualmente vivendo. Aggiungo poi che, il mancato rispetto e adempimento degli investimenti in programma non solo rappresenterà un’occasione mancata in termini di efficacia ma potrà comportare possibili penalities da parte delle autorità: in sostanza un risparmio oggi potrebbe tradursi non solo in una spesa semplicemente posticipata domani, ma frutto di una penalizzazione, senza alcun vantaggio per un miglioramento del servizio. Sotto il profilo dei contestati costi di gestione possiamo dire che si sia già ampiamente provveduto in una prima fase ad una ottimizzazione di tali voci: abbiamo infatti riunito 12 società pubbliche, assorbendo in una i rispettivi consigli di amministrazione, attuato economie di scala e risparmiato per esempio 800.000 euro all’anno sulla fornitura di energia elettrica, trasferito i mutui dai Comuni alla utility e tanto altro ancora».

Alcuni sindaci proponevano di puntare sul Recovery Fund per recuperare nuovi fondi. C’è questa possibilità?

«Puntare a nuovi fondi non è un’idea nuova per noi: una dimostrazione? Un lavoro di squadra intenso e coeso ci ha garantito di ottenere ben 14.500.000 euro a fondo perduto da destinare agli investimenti nel periodo 2020-2023: una somma cospicua (pari al 16% del totale) che ci permette di non dover caricare tali costi in tariffa. Il Recovery Fund è il più grande programma di infrastrutturazione europeo degli ultimi decenni. L’acqua e i rifiuti saranno al centro di questo progetto, pienamente incardinati nella transizione verde e con chiari benefici per le future generazioni. Neppure sul lato Recovery Fund siamo impreparati: Como Acqua ha prontamente preparato un piano in cui sono evidenziati i nostri fabbisogni: in questo modo saremo già pronti nella ricezione dei futuri e auspicati finanziamenti. Possiamo insomma dire che non siamo rimasti con le mani in mano, mettendo in gioco tutte le nostre risorse».

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