Biden, Trump e le Elezioni americane: full immersion con Francesco Costa
Più di 200 partecipanti alla lezione del vicedirettore del Post, ospite dell'Università degli adulti.
La sfida elettorale tra Biden e Trump, lo scacchiere internazionale sempre più complesso e sconvolto da conflitti: full immersion a Olgiate Comasco con Francesco Costa, vicedirettore del Post.
Elezioni americane: Biden e Trump analizzati all'Università degli adulti
L'Università degli adulti di Olgiate Comasco è una fucina di proposte e incontri di assoluto livello. E la lezione tenuta nel pomeriggio di ieri, martedì 16 aprile nel gremito auditorium del Medioevo, ha confermato come e quanto sia preziosa la formazione permanente messa in campo dall'Università presieduta da Maria Rita Livio. Di tutto e di più, spaziando tra molteplici argomenti culturali e approfondendo anche l'attualità politica. Grazie a Francesco Costa, ospite attesissimo, i più di 200 partecipanti all'incontro di martedì sono stati condotti per mano in un viaggio tra le pieghe della politica e della società americana. Lezione chiara e diretta, per capire meglio ciò che differenzia i due candidati presidente degli Usa e come l'elezione dell'uno o dell'altro influirà sullo scenario politico mondiale.
Campagna elettorale da osservare attentamente
Francesco Costa ha spiegato come la popolazione americana sia una sorta di anima divisa in due. "In America sta accadendo una cosa interessante e in questo c'entrano molto i social media. Se tu chiedi a un americano cosa pensa della sua situazione economica, la maggioranza dice che si ritiene soddisfatta e felice. Ma se tu chiedi allo stesso campione di popolazione cosa pensa della situazione economica del Paese, ti dice. "Non bene". C'è un'altra questione che incide molto in America: quando Trump era presidente l'economia andava molto bene. I media repubblicani, conservatori, difendevano ed esaltavano Trump. I progressisti e i democratici, invece, dicevano che l'economia andava bene ma non era merito di Trump. Oggi il presidente non è più Trump e l'economia va ancora molto bene, persino un po' meglio di prima. Da una parte c'è l'opposizione che dice che non è merito di Biden. Dall'altra i democratici cosa fanno? Non difendono Biden: tendono a evidenziare molto le cose che ancora devono essere risolte".
Scenario internazionale devastato da guerre
Prima di concludere l'incontro, ampio spazio dedicato alle domande del pubblico, con particolare attenzione ai conflitti in corso tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina. "Oggi si è fermato il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina. Con il congresso in mano ai Repubblicani si è creato un contesto con l'Ucraina diventata parte del dibattito interno americano. Se dovesse vincere Trump, penso che non taglierebbe i fondi all'Ucraina ma aumenterebbe tantissimo la pressione per convincere Zelensky a trattare e cedere parte del suo territorio: contro il parere non tanto di Zelensky ma degli ucraini. Sicuramente il cerino passerebbe nelle mani dell'Europa ma noi non siamo pronti... Trump è stato più isolazionista e ha dato più spazio ad altri Paesi di fare ciò che volevano. E' stato molto aggressivo nell'uso della forza militare: in Afghanistan i bombardamenti più intensi ci sono stati nei suoi anni da presidente, in Yemen l'uso più spregiudicato dei droni è stato nei suoi anni, ha bombardato la Siria quando la Siria ha usato le armi chimiche, ha bombardato il generale Soleimani in Iran. Forse facendo cadere l'accordo sul nucleare iraniano ha fatto tornare l'Iran una potenza destabilizzante e ha contribuito a quello che accade a Gaza. Ha avuto un ruolo di destabilizzazione in aree caldissime del pianeta. Tutto ciò non assolve Biden da sue eventuali colpe e limiti nella gestione di questi conflitti, che però non sono stati innescati da lui".
Il problema dell'Europa
Costa ha sottolineato anche scarse aspettative nelle imminenti Elezioni europee. "Andiamo a vedere cosa fanno i Paesi europei in Africa: ognuno va in ordine sparso. Qual è la politica europea sul Nord Africa? L'Italia fa accordi con la Tunisia sui migranti, poi si tira dietro, forse, un altro "pezzo"... Ogni tanto qualche Paese può azzeccare la giusta strada ma da soli non si va da nessuna parte. La cosa assurda è che i Paesi oggi con i Governi euroscettici sono quelli che più hanno beneficiato dell'Europa e dell'apertura al libero mercato. Sono i Paesi che dovrebbero essere più europei di tutti...".
Chi vince le Elezioni americane?
La domanda inevitabile: chi vincerà le Elezioni americane? "Innanzitutto dovremmo prevedere cosa accadrà tra sette mesi in Israele, a Gaza - la risposta di Costa - Io tendo a pensare che Biden sia favorito. L'economia sta andando molto bene e Trump ha solo perso voti dal 2020. Ma dire che Biden è favorito non vuol dire che vincerà certamente. C'è sempre un po' di nostalgia verso il passato, vedendo quanto oggi il mondo sia un posto molto complicato: tra gli americani c'è anche un sentimento che pensa agli anni di Trump come anni più semplici. Ma le politiche economiche che promette Trump sono quelle di restringere l'immigrazione, aggiungere i dazi, svalutare il dollaro. Vuol dire che l'inflazione tornerà a crescere subito... Trump parla di deportare 13 milioni di immigrati irregolari: è un'espressione violentissima, l'aveva promesso già quattro anni fa ma non l'ha fatto, perché non si può fare".