Biesse, la unità produttiva di Alzate (con sede, per la precisione, a Fabbrica Durini) si trasferirà a Pesaro. I sindacati chiedono garanzie per i lavoratori.
"Chiediamo che si ripensi al trasferimento: in caso contrario si tutelino i lavoratori"
Nell'incontro dei giorni scorsi l’azienda ha confermato alla RSU e all’Organizzazione Sindacale, l’intenzione di trasferire le attività produttive da Alzate a Pesaro.
Luca Conti, segretario generale Fiom Cgil, ha commentato:
"Per noi la scelta è intollerabile, perché riteniamo fondamentale mantenere intatti i livelli occupazionali e non impoverire il tessuto industriale comasco con la chiusura di un sito storico della nostra Provincia".
In contemporanea rispetto all’incontro con la Direzione Aziendale le Rsu e la Fiom Cgil Como a sostegno della trattativa hanno proclamato, lo scorso 26 luglio, quattro ore di sciopero.
Intanto i sindacati sono pronti alle trattative, sul tavolo alcune questioni fondamentali. Anzitutto le garanzie per i 56 lavoratori, destinati al trasferimento, e anche le condizioni proposte per le 19 risorse che l'azienda intende mantenere in organico con proposte differenti. Importante questione da affrontare sarà anche l'attuale contratto di solidarietà, attivo fino al 31 ottobre: condizione che rende incompatibile il trasferimento della sede.
"Le trattative sono appena cominciate: a fine agosto è in programma un incontro in cui chiederemo tutte le condizioni di questo trasferimento, che come detto riteniamo intollerabile, anzitutto sul piano occupazionale con 56 famiglie che rischiano di finire in mezzo a una strada - ancora Conti - Anzitutto non può essere a cavallo con il cds, che durerà fino a fine ottobre, e dunque fino a quella data, con tutta probabilità, non saranno date comunicazioni ufficiali ai dipendenti. A oggi l'unica iniziativa messa in campo è lo sciopero dello scorso 26 luglio, senza presìdi, ma l'idea è di mettere in campo altre iniziative per portare la trattativa a condizioni accettabili. Altro punto importante è la nostra perplessità e preoccupazione che questa decisione abbia una forte ricaduta sul resto dei lavoratori: dai fornitori, alle piccole aziende di macchine per la lavorazione del legno di Brema o Biesse. Che assistenza avranno? Non vogliamo ripercussioni sui piccoli artigiani e sul territorio. Territorio che peraltro finisce per perdere un'azienda storica e importante!"
Il primo incontro tra sindacati e azienda è previsto per gli ultimi giorni di agosto.