Bimba picchiata fino alla morte a Cabiate. La mamma dell'arrestato: "Mi spiace"
Sabato sono scattate le manette per Gabriel Roberto Marincat, 25 anni.
Incredulità e sconcerto. Sono le sensazioni che circolano in questi giorni a Lentate e Barlassina (provincia di Monza e Brianza), dopo l’arresto di Gabriel Roberto Marincat, il 25enne romeno residente a Camnago arrestato per la morte della piccola Sharon Barni di Cabiate. E’ accusato di aver abusato di lei e di averla picchiata fino a provocarne la morte.
La mamma dell’arrestato: “Mi spiace per quello che è successo ma non voglio saperne nulla”
“Mi dispiace per quello che è successo, ma non voglio saperne nulla". Sono le parole della madre di Marincat, riferite ai colleghi di Primamonza.it. Ieri mattina, lunedì, dal citofono della sua abitazione in via Liguria a Camnago, dove sabato i Carabinieri di Mariano Comense hanno arrestato il figlio, non ha voluto esprimersi sulla vicenda.
Bimba picchiata fino alla morte, incredulità e sconcerto a Lentate e Barlassina
Incredula una vicina di casa, ma anche tanti barlassinesi che conoscevano Marincat. Prima di trasferirsi a Camnago, infatti, il 25enne aveva vissuto in paese. Proprio a Barlassina aveva frequentato le scuole e parecchi coetanei lo ricordano da adolescente, quando ci si ritrovava in piazza, alle poste o ai giardinetti. Dalle loro descrizioni emerge il profilo di un ragazzo vivace, “a volte un po’ sopra le righe. Ma non era un violento. Siamo sotto shock”.
Maltrattamenti e violenze sessuali
L’uomo, arrestato dai Carabinieri della Tenenza di Mariano Comense mentre era a casa della mamma, a Lentate sul Seveso, dove era tornato a vivere da qualche giorno, è accusato di maltrattamenti che hanno portato alla morte della bambina (reato punibile sino ad un massimo di 24 anni) e violenza sessuale ai danni di persona minore di dieci anni (punita sino ad un massimo di venti anni).
La bambina è stata ripetutamente picchiata
La svolta è arrivata in seguito all’autopsia. Gli esiti preliminari della consulenza medico legale, insieme agli accertamenti scrupolosamente svolti dal Tenenza dei Carabinieri di Mariano Comense (che ha ininterrottamente controllato Marincat sin dal momento in cui sono emerse le prime incongruenze nel suo racconto) hanno indotto l’autorità giudiziaria a ritenere che la piccola Sharon sia stata ripetutamente picchiata, verosimilmente non solo nel pomeriggio di lunedì 11 gennaio, quando si trovava da sola con l’indagato. Non solo. Sarebbe anche stata violentata nei giorni vicini a quello della sua tragica morte.