Bimbo nato morto in ospedale “Vogliamo giustizia”

Protagonista della vicenda una giovane mamma cabiatese.

Bimbo nato morto in ospedale “Vogliamo giustizia”
Pubblicato:

Bimbo nato morto in ospedale. Parla la mamma, una giovane cabiatese: “Vogliamo giustizia”. I fatti risalgono al 2014.

Bimbo nato morto in ospedale “Vogliamo giustizia”

A distanza di oltre tre anni, torna forte il dolore e la frustrazione per una coppia di Cabiate, che all’ospedale di Carate ha vissuto una delle tragedie più grandi che una famiglia possa vivere: la perdita di un figlio. Durante la 39esima settimana, a 7 giorni dal termine, la giovane mamma di 29 anni, in attesa del primo figlio è preoccupata: non sente più i movimenti del suo piccolo e decide di andare dalla ginecologa, una dottoressa che ha studio a Carate Brianza e a Mariano Comense.

Due ore di attesa letali

“Dopo un’ecografia la ginecologa ci ha detto che il battito del cuore di nostro figlio era rallentato. Con un codice giallo, quindi andiamo all’ospedale di Carate”. I due genitori hanno seguito le istruzioni del medico e si sono recati a Carate, attendendo pazientemente il loro turno al pronto soccorso. Tra la prima visita in ambulatorio e la seconda all’ospedale di Carate sarebbero passate un paio d’ore che in seguito si riveleranno letali per il bambino.

La mancata procedura di emergenza

“Dopo l’ecografia la ginecologa ci ha detto che il battito del cuore era rallentato e ci ha mandato al pronto soccorso, a Carate”, ha raccontato la mamma. E qui il triste epilogo: il bimbo le è morto in grembo. Ne è seguita una denuncia, che ora sta per giungere in Tribunale. “L’evento mortale poteva essere evitato – precisa l’avvocato di famiglia, Elisa Grosso che è anche assessore a Giussano – La ginecologa doveva allertare l’ospedale per una procedura di emergenza”.

I genitori chiedono giustizia

Il 6 marzo si aprirà il processo civile, al Tribunale di Como, attraverso cui la famiglia chiederà un risarcimento.Da definire invece, quando ci sarà quello penale. I genitori chiedono giustizia e soprattutto vogliono che non succeda mai più nulla di simile ad altre mamme. Ecco perchè contano molto sull’esito del processo che si aprirà tra un mese al Tribunale di Como.

Il racconto della mamma cabiatese su il Giornale di Cantù, da sabato 3 febbraio, in edicola
Seguici sui nostri canali