Bloccati a Malta quattro ventenni comaschi: "Termometro e medicine da Como, dall'isola nessun aiuto"
Biglietti aerei non rimborsabili, la casa da pagare per altre due settimane e nessuna informazione su cosa fare dalle autorità maltesi.
Una settimana di vacanza. Un po' di mare e di divertimento, tra amici. Per staccare dopo oltre un anno di distanziamento e lockdown. Una bellissima esperienza per quattro ventenni comaschi che ora si è trasformata in un incubo da quando uno dei loro quattro test rapidi necessari per accedere al volo di ritorno è risultato positivo al Covid-19.
Bloccati a Malta quattro ventenni comaschi
"Dovevamo prendere il volo il 14 luglio così la sera prima abbiamo fatto i test rapidi - ci racconta Filippo Ferrario, 20 anni di Carate Urio - ma uno di noi è risultato positivo e da quel momento siamo in quarantena nel bilocale che avevamo affittato per la vacanza. Per quasi due giorni non abbiamo avuto aiuto da nessuno: non avendo un numero maltese non potevamo chiamare i contatti per l'assistenza medica. Non sapevamo a chi rivolgerci così ho chiamato un caro amico, Tony Tufano (consigliere comunale a Como, Ndr), che ci ha aiutato a farci inserire nel gruppo informativo dell'ambasciatore italiano a Malta. Sempre da Como sono riusciti a inviarci un termometro e dei medicinali".
Filippo, che è in vacanza con Riccardo Mariangeloni, 20 anni di Cernobbio, Lorenzo Granturco, 19 anni di Cernobbio, e David Gigliotti, 20 anni di Laglio, ci spiega che la situazione è molto pesante. "Tutti e quattro abbiamo raffreddore e tosse secca - racconta - ma nessun medico è venuto a visitarci né la Public Health di Malta si è fatta sentire. Vorremmo fare tutti e quattro un tampone molecolare, che è più attendibile, il prima possibile perché se tra qualche giorno qualcun altro di noi dovesse risultare positivo la quarantena riparte da zero. Ed è proprio la Public Health maltese che ce la deve certificare così da poter capire quando potremo tornare a casa".
I costi nel frattempo lievitano. "Il padrone di casa ce l'ha affittata per altre due settimane e dobbiamo pagarlo subito - raccontano i ragazzi - e stiamo facendo la spesa online in un piccolo supermarket di zona ma i nostri fondi non sono infiniti, finora ce la siamo cavata con quello che avevamo messo a budget per la vacanza. Dobbiamo anche mettere in conto che abbiamo perso i biglietti aerei che non ci verranno rimborsati e che dobbiamo riacquistarli quando potremo tornare a casa".
I quattro ragazzi comaschi avevano ricevuto la prima dose di vaccino a fine giugno e avrebbero dovuto completare il ciclo vaccinale dopo la vacanza. "Avevamo scelto Malta proprio perché era stata classificata isola Covid-free e invece dopo pochi giorni abbiamo sentito del focolaio - concludono - Le nostre famiglie cominciano a preoccuparsi, speriamo di poter tornare presto a casa".
Stephanie Barone