Bulgarograsso, crollo delle nascite: "Bisogna ripensare l'asilo"
Dall'inizio dell'anno sono soltanto nove i bambini nati.

Crollano le nascite a Bulgarograsso. E il sindaco punta a ripensare la scuola dell'infanzia per poter gestire i costi.
Dati preoccupanti a Bulgarograsso
Dall'inizio dell'anno sono soltanto nove i bambini nati a Bulgarograsso. Il peggiore dato degli ultimi 15 anni. Per fare un confronto, nel primo semestre del 2017 sono nati 21 bambini e, nello stesso periodo sono nati 15 bambini nel 2018 e 20 nel 2019. Nel 2020 soltanto nove. La metà. Dati che, per il primo cittadino devono far riflettere. " Sono molto lontani gli anni del baby boom bulgarese: nel 2006 erano 62 e per numerosi anni a seguire la media era sopra i 45 nati. Dal 2015 è iniziato il calo delle nascite: in media 35 nati, 30 nati nel 20016, 34 nel 2017 e 2018 - spiega il primo cittadino Fabio Chindamo - Sono numeri che fanno riflettere e che ci chiamano in qualche modo anche a ripensare alle scelte sui servizi alle famiglie e più nello specifico ai servizi scolastici. Penso alla scuola dell'infanzia comunale. Da circa 130 iscritti a meno di 80 per il prossimo anno scolastico: nei prossimi anni perderemo un'altra sezione e passeremo da 5 a 3 sezioni. Si tornerà ai numeri di iscritti di quando ero piccolo io, con la differenza che nel frattempo la scuola ha più che raddoppiato gli spazi a disposizione e con essi anche i costi di gestione e manutenzione".
"Bisogna ripensare la materna"
"Penso sia arrivato il momento di aprire una riflessione sul futuro della scuola dell'infanzia così come conosciuta fino ad ora. La ricettività potenziale della struttura è da tenere alta se si vuole mantenere in efficienza l'immobile e con essa le attività didattiche e formative. Abbiamo una scuola davvero grande sia come spazi interni che come spazi esterni, senza dubbio la più grande della zona - prosegue Chindamo - Lancio una provocazione: fare della nostra scuola un riferimento per il circondario in termini di ricettività degli iscritti anche e sopratutto non residenti. Su questo aspetto lancio la proposta anche agli altri Comuni: il futuro delle scuole dell'infanzia paritarie sarà sempre più a rischio perchè il calo demografico che sta avvenendo metterà in ginocchio le realtà paritarie gestite da fondazioni e enti morali, un tempo sostenute da lasciti testamentari, donazioni e generosità diffusa. Il costo del personale e la necessità di intervenire su immobili sempre più datati metterà a dura prova l'esistenza stessa di queste realtà". Chiondamo prosegue: "Lo abbiamo visto con l'emergenza covid: come Comune abbiamo azzerato le rette di frequenza dei bambini grazie al fatto che possiamo disporre direttamente del bilancio comunale, non senza sacrifici. Ciò non è possibile per le realtà private che vivono dell'introito delle rette di frequenza e dei contributi dei Comuni. Giustamente i colleghi sindaci hanno anticipato alle fondazioni l'erogazione dei contributi annuali per far fronte all'emergenza. Il rischio di non affrontare oggi questo tema è quello di vedere tra qualche anno difficoltà sempre crescenti nel far fronte alle spese della scuola: sarebbe il dispiacere più grande dopo che in questi anni la mia Amministrazione è intervenuta e interverrà con investimenti di circa 200.000 euro per l'efficientamento energetico con la sostituzione della caldaia e dei serramenti oltre che con il rifacimento del linoleum di due aule e della mensa e gli adeguamenti antincendio necessari".