Il pilota erbese

Canadair in volo su Erba in ricordo di Pozzoli. La famiglia: "Ora sei lassù, nei cieli blu, unico posto dove hai sempre voluto stare"

"Tanto vale andarcene fuori e pensare che stai ancora volando, che tanto manco il Padreterno ti toglierà ‘sto vizio di continuare a fare quello che ami".

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Questa mattina, nella chiesa di Santa Maria Nascente ad Erba, si è svolta una messa in suffragio di Matteo Pozzoli, pilota erbese di 56 anni, morto giovedì scorso 27 ottobre, mentre a bordo di un canadair spegneva un incendio alle pendici dell’Etna, insieme al collega Roberto Mazzone. Quel giorno era partito da Lamezia Terme per un incendio in località Calcinera sull’Etna.

Canadair in volo su Erba in ricordo di Pozzoli

In attesa di poter celebrare i funerali, oggi è andata in scena una messa in suffragio di Pozzoli. Oltre alla famiglia, tante le persone presenti, tra cui il sindaco di Erba, Mauro Caprani, i Vigili del fuoco, la Protezione civile e la Polizia locale. A solcare i cieli erbesi anche un canadair, in suo omaggio.

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La famiglia: "Ora sei lassù, nei cieli blu, unico posto dove hai sempre voluto stare"

Di seguito il messaggio letto e firmato da papà Filippo Pozzoli e mamma Pupa Secchi (nelle foto sotto), oltre che dagli otto fratelli.

"Caro Teo,
Quanto ti abbiamo amato
Quanto ce lo siamo detto
Quanto ti vorremmo abbracciare ancora…

Ce lo siamo detto con parole silenziose e ti abbiamo abbracciato senza incidere la tua scorza di rude cavaliere dell'aria e del cielo ,di quel cielo che ti ha rapito a noi, ma ora, è diventato la tua casa, dove ci stai certamente aspettando. Sai, verremo con l'orgoglio di un padre e di una madre che ti hanno avuto sempre nel cuore. Un pà e mà che sono orgogliosi nel vedere la grande famiglia che sei riuscito a riunire in un tenero abbraccio e sono orgogliosi per l'esempio di generosità che hai dato fino alla fine .

Un messaggio che ci è pervenuto recita testualmente "Ho dato il tuo nome a mio figlio perché ti somigliasse un po', insegnaci a volare senza paura tra le scure nubi di questo mondo come solo tu sai fare e i cieli saranno più blu...sarai sempre con noi ..ciao Matteo..."
Teo prenditi i battiti del nostro cuore come un abbraccio una carezza, come quando eri appena nato e quei battiti e quelle carezze ti hanno permesso di diventare quello che sei, quello che eri, ti accompagnino in questo ultimo viaggio. Ciao Teo, pà e mà come a te piaceva chiamarci.

In questi giorni abbiamo ritrovato nelle parole dei tuoi colleghi il Teo che conosciamo.

In volo: “rigoroso, preciso, leale.. mai nulla lasciato al caso “. Il tuo nick di volo TROZ non a caso vuol significare “ fare risoluto e deciso sull’obiettivo “…
A terra: volto ironico dalla simpatia burbera, mente sensibile e intelligente…
Nella vita: un uomo libero dalle convenzioni…un figlio schivo e indipendente..un fratello “genio” , machiavellico, spigoloso in ogni gesto d’affetto, eppure attento e generoso…uno zio a volte buffo, sempre pronto a buttarsi nel gioco anche dei più piccini… un “coppinatore” intransigente mentre si studia…
un amico di quelli che si fa sentire poco ma di nessuno si dimentica.

Abbiamo creduto di essere la tua unica famiglia…ci siamo sbagliati!
Ogni testimonianza ci racconta di un Teo amico e fratello.
E così abbiamo compreso che la tua famiglia è molto molto più grande e da oggi sarà un po’ anche la nostra…
Ecco Teo, vedi cosa sei riuscito a fare? Ci hai legati tutti in questo grande abbraccio che oggi sentiamo forte, che ci avvolge da più parti. In tanti sono qui per te, per noi, e così il dolore fa un po’ meno male.

Ora ci piace pensare che tu sia lassù, nei cieli blu, unico posto dove hai sempre voluto essere.. ma non ti credere, tu sei anche quaggiù nei nostri cuori.. e alzeremo un calice a Uccio” , a Troz, al nostro Teo.

Permetteteci infine di ringraziare mamma e papà, che anche in questa triste vicenda sono riusciti ad essere la roccia cui fare riferimento per non sentirsi smarriti ed ancora una volta hanno saputo testimoniarci nei fatti la grande fede che fa dire alla Ma’: “Sia fatta la tua volontà”

Vogliamo poi ringraziare tutta la comunità, gli amici, i colleghi, le autorità militari, civili e religiose per la vicinanza mostrata a tutta la famiglia. In particolare poi chi, a seguito dell’incidente, è intervenuto con immediatezza e professionalità. L’umanità e la vicinanza che abbiamo incontrato nei volti dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco, dei membri del Soccorso Alpino pur non alleviando il nostro dolore, ci hanno dato la serenità di pensare che quella terra di Sicilia ove Teo ora riposa, sia divenuta un po' anche casa nostra. Sulle pendici del monte Calcinera abbiamo lasciato un fratello, ma incontrato tanti amici.

Il più grosso ringraziamento va cmq a te, Fratello, perché volando nel blu ci accompagnerai, in silenzio, nel nostro cammino che ci porterà a volare con te".

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I nipoti: "Ti pensiamo mentre stai ancora volando"

Spazio poi alle parole dei nipoti.

"Fa un po’ strano dover scegliere insieme come salutarti. Noi nipoti, dico: tante facce che ad un solo tavolo nemmeno ci stanno, venute al mondo in quattro decenni diversi, tutte che ti chiamano “zio” allo stesso modo. Per qualcuno non è neanche vero, che il segno dei tuoi coppini lo sente ancora sul collo e sa di dover finire i compiti prima che torni la prossima volta, sennò son guai. Pensa che c’è chi ha pure rimediato un 4 in matematica apposta per poterlo recuperare con te, a Natale: un po’ scortese da parte tua dare buca così, senza preavviso.

Ecco, diciamolo: questo scherzo non è che ci va tanto giù. Nemmeno due righe di scuse, dico, o una foto insieme da tenere a ricordo, o per lo meno qualche mazza di tamburo: tra di noi c’è chi giura solo quelle che trovavi tu fossero buone. Non è facile scegliere come salutarti, così. Non è facile trovare una frase che vada bene per tutti o anche solo per uno di noi, perché nessuno di noi ci aveva pensato, nessuno di noi ce l’aveva lì, pronta, per quando sarebbe stato il momento.

Tanto vale abbandonarlo, questo tavolo al quale nemmeno ci stiamo, e andarcene fuori, da qualche parte sotto il cielo che hai sempre fatto a pezzi con le tue scie. Tanto vale andarcene fuori e pensare che stai ancora volando, ché tanto manco il Padreterno ti toglierà ‘sto vizio di continuare a fare quello che ami, qualsiasi cosa succeda. Tanto vale pensare che sarai sempre a spegnere un incendio da qualche parte, mentre come un fratello maggiore gridi a noi tutti, pure a chi ha due lauree, di studiare per non diventar delle capre, e di non sprecare nemmeno un secondo di questa vita preziosa per la quale non ci ricordiamo mai un “grazie”.

Tanto vale starcene col naso all’insù, aspettando in silenzio che venga Natale, con te che porterai ostinatamente giocattoli a tutti i tuoi nipoti fino alla soglia dei loro trent’anni, e aspettare di vedere una scia nel cielo per dirci, come ogni volta: “Guardate, lo zio Teo ci saluta”.

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