Cantù dice addio a Giuseppe Molteni
Nato e cresciuto in città, nella corte dei Bartulitt, era vedovo da 34 anni a seguito della prematura scomparsa di Vittorina Francoforte
La passione per la politica e per la banda La Cattolica hanno contraddistinto la sua vita, insieme al suo lavoro al quale ha dedicato tempo ed energie fino a quando le condizioni di salute glielo hanno consentito. Si è spento nella giornata di lunedì, a causa di un deperimento fisico legato ad alcune patologie di cui soffriva da anni, Giuseppe Molteni, di Cantù. Il suo cuore ha cessato di battere all’età di 79 anni.
Addio a Molteni, le parole della figlia Roberta
"Papà si è diplomato presso la Scuola d’Arte - ha raccontato la figlia Roberta, che col padre ha condiviso la passione per la politica ricoprendo anche l’incarico di assessore al Bilancio nell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Claudio Bizzozero - E’ stato disegnatore d’interni e arredatore. In qualità di maestro d’arte ha insegnato nei primi anni Settanta Tecnologia del legno alla scuola professionale. Successivamente ha avviato una sua attività a Milano, mentre in seguito, come libero professionista ha prestato la sua opera come disegnatore d’interni e direttore dei cantieri che progettava per conto di altre aziende".
Giuseppe Molteni ha avuto la possibilità di lavorare in Italia, ma anche per molti anni all’estero.
"Ha cessato di occuparsi della sua professione tra il 2013 e il 2014, quando le condizioni di salute non gli hanno più consentito di proseguire. Papà è stata un uomo estremamente generoso e buono. Appariva burbero a chi lo conosceva solo superficialmente, soprattutto per il suo modo di dire il faccia quello che pensava. Sul lavoro è stato estremamente meticoloso, preciso in tutto quello che faceva".
Accanto al lavoro, Giuseppe Molteni ha coltivato diverse passioni.
"Certamente una è stata la banda La Cattolica, nella quale non ha mai suonato, differentemente dal fratello, ma è stato membro del direttivo ricoprendo anche l’incarico di segretario. Poi ha avuto la passione per la politica, facendo parte della Democrazia Cristiana di Cantù. Tanto è vero che il bar che aveva la sua mamma, in via Corbetta, si chiamava “La democrazia”. E’ stato poi un appassionato della lettura, dei romanzi di Camilleri, Montalbano in particolare, e di Vitali".
I suoi funerali sono stati celebrati mercoledì mattina presso il santuario della Madonna.