Cartiera Bormio: ventidue lavoratori a rischio
L'appello di due dipendenti dell'attività di Ponte Lambro.
Ventidue dipendenti. Ventidue persone che in pochi mesi si sono trovate senza posto di lavoro. C’è tempo fino al prossimo 22 gennaio, poi per i lavoratori della cartiera Bormio di via Fiume potrebbe aprirsi la pratica per il licenziamento a causa della cessata attività dell’azienda.
Cartiera Bormio, la preoccupazione dei dipendenti
Dietro ai numeri ci sono uomini, famiglie, spese, mutui da pagare e difficoltà da superare.
Come per Tommaso Rende, quasi 50 anni, di Ponte Lambro, alla Bormio dall’ottobre del 1990; e Osvaldo Listo, 53 anni, di Canzo, dipendente dal settembre del 2001. Hanno deciso di raccontare le loro storie. Entrambi hanno famiglie monoreddito. "Il nostro primo pensiero è per i nostri figli - dicono - Se la strada è quella della chiusura, cosa faremo? Siamo in un’età difficile per un ricollocamento e la vediamo dura". Listo, sposato, ha due figli, di 15 e 10 anni: "Vanno a scuola entrambi e la grande va alle superiori a Como. Sono spese e mi domando come faremo. Mia moglie aveva smesso di lavorare dopo la nascita di mia figlia, che aveva avuto problemi di salute e perciò si era dovuta prendere cura di lei. Da allora non ha più trovato nulla". Rende racconta le difficoltà legate alla figlia maggiore, disabile e perciò inserita in una struttura del territorio: "E’ del 1993. Ha iniziato alla Nostra Famiglia, in seguito è stata all’istituto Don Gnocchi di Inverigo. E’ rimasta fino alla maggiore età, poi l’abbiamo inserita alla cooperativa Noi genitori. Una struttura bellissima, che per noi però significa grandi sacrifici. Ogni giorno la Sos ci aiuta nel trasporto, visto che è sulla sedia a rotelle. Ho un altro figlio di 10 anni e la scelta di mia moglie è stata ovviamente quella di prendersi cura della famiglia. Non possiamo fare altrimenti - racconta - L’interrogativo mio più grande è proprio quello sul futuro di mia figlia. Come faremo?".