Casinò Campione oltre 600 persone in corteo LE FOTO

Hanno sfilato questa mattina per chiedere la riapertura della casa da gioco.

Casinò Campione oltre 600 persone in corteo LE FOTO
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Casinò Campione: manifestazione per chiederne la riapertura

Casinò Campione oltre 600 persone in corteo

Oltre seicento  persone hanno sfilato in corteo questa mattina per strade di Campione d’Italia, lungo l’anello che dal casinò arriva all'arco di benvenuto all'ingresso per paese, per chiedere a gran voce la riapertura della casa da gioco, chiusa dal 27 luglio scorso per ordine del giudice fallimentare di Como.

I manifestanti

Non c’erano solo i lavoratori, da dieci giorni in presidio permanente nel piazzale Maestri Campionesi, ma anche gli anziani e le mamme per mano ai loro bambini che a settembre rimarranno senza asilo. In crisi infatti non c'è solo il casinò più grande d'Europa, nei guai è finita un'intera comunità che per anni ha vissuto nell'agio garantito dai proventi sul gioco d'azzardo e oggi si trova sommersa dai debiti.

Le parole delle persone

"Il casinò deve riaprire al più presto, anche in amministrazione controllata" hanno urlato a gran voce sfilando da piazza Milano e piazzale Maestri Campionesi fino al grande arco all'ingresso di Campione d’Italia e poi di nuovo verso il casinò per sciogliere il corteo e ricostituirsi in presidio permanente di fronte al municipio. Per far sentire ancora di più la loro voce hanno accompagnato ogni slogan con i fischietti e anche battendo i padelle e coperchi. Lungo le strade ad applaudirli i negozianti di Campione che hanno chiuso i loro negozi e abbassato le saracinesche in segno di solidarietà.

Assente la politica

Grande assente la politica. Non c'era il primo cittadino, Roberto Salmoiraghi, ma soprattutto mancano i parlamentari comaschi, oggi a Roma per l'ultima seduta di Camera e Senato prima della pausa estiva. I lavoratori di Campione insieme ai sindacati che li hanno accompagnati hanno rivolto loro l'ennesimo appello: "Non abbandonateci". Senza un intervento del Governo è difficile se non impossibile pensare di proseguire ancora a lungo. Per ora l’unico gesto concreto di solidarietà è giunto dalle comunità del Canton Ticino che si sono dette disponibili ad aprire i loro asili, alla ripresa dell’anno scolastico, per i bimbi dell’ex clave.

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