Como Acqua: alla fine la fusione c'è stata

Como Acqua: alla fine la fusione c'è stata
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Sembrava impossibile ma alla fine ce l'hanno fatta. Ad un passo dal termine ultimo per portare a casa questo risultato. L'assemblea dei soci/sindaci nel pomeriggio di ieri, 27 settembre, ha votato la fusione delle 12 SOT in Como Acqua, diventato ufficialmente il gestore unico dell'acqua in provincia di Como.

Como Acqua, Bulgheroni: "Tempo e soldi sprecati"

Dopo un anno di polemiche e accuse reciproche tra i sindaci della Provincia ma soprattutto tra le diverse parti politiche, l'avvenuta fusione nel gestore unico provinciale dell'acqua è passata praticamente in sordina. Sarà forse per il tempo e i soldi (pubblici) sprecati. Perentorio, in questo senso, il primo cittadino di Casnate con Bernate Fabio Bulgheroni che ieri sera in Consiglio comunale ha annunciato ai colleghi l'avvenuta fusione: "E' passata all'unanimità dopo che sono stati buttati a mare 1,5 milioni di euro di denaro pubblico e 18 mesi di tempo".

La cronistoria della vicenda

Impossibile dimenticare per chi ha seguito la vicenda l'ultimo anno di assemblee, Consigli comunali e conferenze stampa al vetriolo. Già a ottobre 2017 Como era rimasta l'unica provincia della Lombardia a non aver ancora dato vita concretamente al proprio gestore unico dell'acqua. Quindi mentre nelle altre province si rincorrevano fondi comunitari da investire sulle proprie reti idriche, nel comasco si facevano battaglie politiche per avere più peso nella società che si andava a costituire.

Tutto è cominciato con il "no" alla fusione deliberato dai Consigli comunali di Cantù ed Erba e con la latitanza della città di Como, che non ha mai deliberato sul tema in Consiglio. Quindi l'affossamento della fusione proprio all'assemblea dei soci che avrebbe dovuto rendere operativa la società.

Alla base del "no" i presunti errori di calcolo nelle perizie sul valore delle SOT e la richiesta di farle rifare. Poi il ricalcolo del peso di Cantù e di Como nella società, fino alle dimissioni dell'intero Consiglio d'amministrazione di Como Acqua. "Sotto i ponti" è passato quasi un anno e molto denaro pubblico per pagare i tecnici che hanno rifatto le perizie ma anche un utile finito in tasse e non reinvestito e così, alla fine a tre giorni dalla scadenza di legge, i sindaci hanno detto "sì", all'unanimità. E a contrassegnare questo epocale passaggio un liberatorio applauso dopo la votazione.

E ora?

Nel breve periodo per i cittadini non cambierà praticamente nulla. In questi mesi infatti le varie SOT hanno continuato a svolgere i propri compiti in attesa della nascita del gestore unico dell'acqua. "Il cambiamento più significativo sarà certamente che i Comuni non potranno più disporre delle reti idriche, come già imponeva la Legge Galli" ha spiegato il sindaco di Fino Mornasco Giuseppe Napoli. Un cambiamento radicale soprattutto per alcuni Comuni del lago, dove la rete idrica era ancora in capo al Municipio e che quindi emetteva anche le bollette.

"I tempi per riorganizzarsi non saranno certo brevi ma quello che più conta è che entrando a far parte le società di Como Acqua, si potranno finalmente sbloccare i molti soldi accantonati in questi anni per il rifacimento delle reti nella provincia di Como" ha sottolineato il sindaco Napoli che da tempo attende l'avvio dei lavori in via Raimondi, dove c'è uno dei tratti più antichi della rete idrica provinciale.

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