l'analisi

Como supera la soglia critica: i numeri sono da zona rossa

E’ quanto emerge dall’analisi, che proponiamo settimanalmente effettuata dal dottor Paolo Spada.

Como supera la soglia critica: i numeri sono da zona rossa
Pubblicato:
Aggiornato:

I numeri di Como sono da zona rossa. E’ quanto emerge dall’analisi, che proponiamo settimanalmente (qui la situazione di martedì scorso) effettuata dal dottor Paolo Spada, medico dell’ospedale Humanitas di Rozzano. Come abbiamo già evidenziato in passato il dottor Spada, chirurgo vascolare, presidente di EVARplanning, startup innovativa vincitrice del premio BioUpper per le idee imprenditoriali nelle scienze della vita è un esperto di algoritmi applicati alla medicina e dall’inizio dell’emergenza sanitaria pubblica quotidianamente report sui dati del contagio nella rubrica Pillole di Ottimismo.

Como supera la soglia critica: i numeri sono da zona rossa

La situazione, in tutta la Lombardia, soprattutto a causa della diffusione della variante inglese (64% dei casi) è estremamente delicata e proprio oggi, mercoledì 3 marzo 2021, scattano le nuove zone arancione rafforzato, come nell’intera provincia di Como.

Secondo i dati aggiornati a ieri, martedì 2 marzo 2021, la nostra provincia al momento è sopra la cosiddetta soglia critica fissata a 158 per la Regione Lombardia. L'incidenza è di 279 casi ogni 100.000 abitanti in 7 giorni, i numeri sono da zona rossa. 

L’evoluzione nella provincia di Como negli ultimi 30 giorni

L’analisi del dottor Spada

Sia che si tratti di una stanza di ospedale, o del territorio di un Paese o di una Regione, il primo provvedimento per arginare il contagio è l’isolamento del focolaio. Paghiamo non averlo fatto per tempo, ma non dobbiamo desistere adesso, anzi dovremmo abituarci tutti quanti – ci stiamo arrivando, ma lentamente – a conoscere i valori di incidenza del nostro territorio, e a pretendere le misure di contenimento per quello che sono: una protezione, non una punizione.

Sarebbe più facile se, nel contempo, vi fosse maggior coraggio nel liberare attività al di sotto delle soglie, dove ci si può impegnare molto di più per contingentare, regolare, organizzare, senza dover tenere chiuso nulla. Questo dovremmo fare fin d’ora, e questo certamente sarà il nostro futuro nei prossimi mesi, non appena questa risalita avrà esaurito la sua spinta – diciamolo: non irresistibile – e si ricomincerà a prendere fiducia.

Resistere sta anche in questo: modulare le nostre vite anche durante la pandemia, non dare per scontato che ci si debba solo nascondere, ma sfruttare la nostra intelligenza di uomini – contro l’istinto inconsapevole del virus – per tirar fuori la testa, appena si può, dove si può. La “massima precauzione” dovrebbe essere verso noi stessi, e non soltanto per difenderci dal contagio. Ogni giorno di scuola che possiamo preservare, ogni bar che teniamo aperto, ogni ora di sole che possiamo guadagnare, ogni strada e negozio che rimangono vivi, ogni progetto che riusciamo a far nascere. Tutto questo è vita contro il virus, è resistenza, ed è importante. Non solo per la sopravvivenza economica di tante persone, ma per un tangibile segno di rinascita che dobbiamo cominciare a pianificare. Presto, prima possibile. Non senza”.

Seguici sui nostri canali