Coronavirus, Fontana blinda la Lombardia: ecco le nuove restrizioni
Intanto i sindaci di Erba e di Alserio scrivono a Conte per chiedere la chiusura delle attività non strategiche.

"Regione Lombardia, d'accordo con i sindaci del nostro territorio, con le associazioni di categoria e con le parti sociali, ha deciso di emanare un'ordinanza con la quale vengono disposte nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del Coronavirus".
Così Attilio Fontana, dopo il confronto avuto oggi in videoconferenza con i sindaci dei capoluoghi della Lombardia, il presidente dell'ANCI Lombardia e dell'UPL e i rappresentanti del Tavolo del Patto per lo Sviluppo. L'ordinanza entra in vigore domani e produce effetto - salvo diverse disposizioni legate all'evoluzione della situazione epidemiologica - fino al 15 aprile.
Nel frattempo alcuni sindaci hanno scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte per chiedere la chiusura delle attività non strategiche.
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Le nuove restrizioni della Regione Lombardia
La competenza sulla chiusura delle attivita' produttive e' del Governo, ma i rappresentanti delle associazioni di impresa hanno garantito che fin dalle prossime ore chiederanno ai propri associati di sospendere comunque tutte quelle produzioni che non fanno parte delle filiere 'essenziali'. "Una decisione - ha spiegatoFontana - dettata dal serrato confronto con le nostre autorita' sanitarie che ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare. Non so piu' come dirlo: solo con l'estrema limitazione dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire questa tendenza".
L'atto del presidente Fontana amplia le decisioni del Governo con ulteriori interventi tra i quali si segnalano:
- il divieto di assembramento nei luoghi pubblici - fatto salvo il distanziamento (droplet) - e conseguente ammenda fino a 5.000 euro;
- la sospensione dell'attivita' degli Uffici Pubblici, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilita';
- la sospensione delle attivita' artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali;
- la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti;
- la sospensione delle attivita' inerenti ai servizi alla persona;
- la chiusura delle attivita' degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza;
- la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell'emergenza. Gli ospiti gia' presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all'entrata in vigore dell'ordinanza;
- il fermo delle attivita' nei cantieri edili. Sono esclusi dai divieti quelli legati alle attivita' di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari;
- la chiusura dei distributori automatici cosiddetti 'h24' che distribuiscono bevande e alimenti confezionati;
- il divieto di praticare sport e attivita' motorie svolte all'aperto, anche singolarmente.
- Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie, ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza
interpersonale di un metro.
Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, valgono le prescrizioni su distanziamento degli utenti contenute nelle due ordinanze regionali gia' in vigore. Resta affidata ai sindaci la valutazione di ampliare ulteriormente le disposizioni restrittive in base alle rispettive esigenze.
La lettera dei sindaci al Presidente Conte
Alcuni sindaci, per fermare la diffusione del contagio, hanno deciso di scrivere al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conti. "Emergenza COVID-19. Richiesta di chiusura immediata di tutte le attività
non strategiche". Questo l'oggetto della missiva già inviata dal sindaco di Erba, Veronica Airoldi, e dal collega del Comune di Alserio, Stefano Colzani.
"In riferimento a quanto in oggetto ed alla drammatica situazione sanitaria in cui si trova la Lombardia, con la presente in qualità di Sindaco del Comune di Erba chiedo che ai fini del contenimento e rallentamento del contagio da COVID-19, si proceda alla chiusura immediata di tutte le attività non strategiche comunque denominate (economiche, non economiche, pubbliche o private) ed alla limitazione di tutte le attività umane non strettamente necessarie", si legge nella lettera di Airoldi.