Covid, a Varese e Como la curva dei contagi ha ripreso a scendere GRAFICI
Tutti i dati di Ats Insubria e i numeri della "caccia" alla variante inglese.
Nella periodica conferenza stampa sull’andamento dell’epidemia Covid, Ats Insubria ha fatto il punto della situazione nelle province di Varese e Como.
Covid, la situazione a Varese e Como
Discesa ricominciata dopo una settimana di “fiato sospeso” di fronte a un accenno di risalita. Una buona notizia quella data oggi dal Direttore Sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso che ha fornito gli ultimi dati aggiornati sull’emergenza Covid a Varese e Como.
Dati che vedono “tenere” il numero di tamponi nell’ultima settimana, seppur in calo (meno forte) come in tutta la Regione, e vedono diminuire sia il numero netto di nuovi positivi sia, ed è più importante, l’indice RdT che, si ricorda, si basa sulla data di diagnosi del tampone e non sull’insorgenza di sintomi a differenza del ben più noto Rt.
Vediamo quindi i dati:
Nella settimana da giovedì 24 a mercoledì 30 dicembre nel territorio di competenza di Ats Insubria sono stati individuati 1839 nuovi positivi (700 a Como, 1.139 a Varese) contro 10.445 a livello regionale; la settimana precedente erano 2.771 (1.070 a Como, 1.701 a Varese) contro i 14.594 di tutta la regione.
Per quanto riguarda i tamponi totali invece, nell’ultima settimana sono stati 20.978 contro i 34.207 della settimana precedente.
Meno tamponi perchè il virus circola meno
Catanoso si è soffermato sul dato dei tamponi. Certo, da un lato è l’effetto del periodo natalizio ma dall’altro il trend discendente che ormai si registra da alcune settimane non è dovuto a una minore ricerca dei positivi quanto a una minore presenza di casi sospetti:
“C’è minore richiesta e le scuole sono chiuse. Abbiamo concentrato le attività di tamponatura su due sedi, sia per la minore richiesta sia per dare un po’ di riposo ai nostri operatori e in ciascuna si eseguono circa 700 tamponi al giorno. Questi vengono fatti a sintomatici o a chi era a fine isolamento. Il periodo è particolare ma la discesa dell’indice RdT è chiara, seppur non ripida. Dovremo vedere come andranno le cose nelle prossime settimane”.
Caccia alla “variante inglese”
Altro tema a tenere banco nell’ultima settimana la temuta “variante inglese” già registrata per la prima volta in un cittadino di Arsago Seprio. Per intercettare il prima possibile eventuali portatori di questa mutazione (che si diffonderebbe con più forza nella popolazione), in linea con quanto disposto dal Ministero si stanno eseguendo tamponi all’ingresso a tutti i viaggiatori dal Regno Unito.
Tamponi che vengono inviati prima al laboratorio di Napoli cui fa affidamento Ats Insubria e che, in caso di esito positivo, vengono ripetuti e inviati al San Matteo di Pavia per l’analisi del virus in cerca della “mutazione inglese”. Le operazioni sono iniziate il 21 dicembre e da allora sono stati individuati 10 casi positivi di cui 3 portatori della variante e altri 5 in fase di analisi su un totale di 518 tamponi effettuati e 650 viaggiatori invitati al test.
Parallelamente, Ats è andata a confrontare l’indice Rt italiano con quello del Regno Unito:
“Nella nostra fase più critica, tra inizio ottobre e metà novembre, l’Italia ha avuto un indice Rt decisamente più elevato rispetto alla Gran Bretagna, anche rispetto al periodo in cui si sta enfatizzando la presenza della variante”.