Cristina Mazzotti: il rapimento, la morte, le mafie in Lombardia

Storia di una vittima innocente, storia da difendere e trasmettere.

Cristina Mazzotti: il rapimento, la morte, le mafie in Lombardia
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Cristina Mazzotti: una storia rivissuta domenica sera a Olgiate Comasco attraverso lo spettacolo "5 centimetri d'aria". Una serata di teatro e memoria, ricordando la giovane rapita e la sua morte, il dolore della famiglia con dimora di vacanza a Eupilio, in provincia di Como.

Cristina Mazzotti, l'impegno di "Libera" per difendere e trasmettere la memoria della giovane sequestrata e poi uccisa

Un monologo che mescola cronaca, speranze, illusioni disilluse, la paura e la morte associate a parole-incubo come ’ndrangheta e anonima sequestri. Parole piombate lì e allora - 1975 - ma radicate hic et nunc, in Lombardia. In una terra che si scopre tutt'altro che immune alle mafie.
«5 centimetri d’aria - Storia di Cristina Mazzotti e dei figli rapiti» è andato in scena domenica sera nell'auditorium del Medioevo. Il titolo richiama i 5 centimetri della sezione del tubo da cui la 18enne poteva attingere aria mentre era segregata in una buca in un casale a Castelletto Ticino. Lo spettacolo, proposto domenica sera dai coordinamenti provinciali di «Libera» di Como e Varese, col patrocinio del Comune di Olgiate e la collaborazione delle organizzazioni provinciali di Spi-Cgil e «Acli», è una testimonianza di cronaca, vita, angoscia, paura e morte. Grazie a Lucia Marinsalta, cruda, efficacissima nell'incarnare i sentimenti della giovane vittima, nell'elencare i nomi di altri rapiti, nel riportare la ferocia dei carnefici. Silenzio e buio. Il pubblico, circa 100 persone presenti, raccolto a ferro di cavallo intorno alla ristretta scena. E le bizze dell'impianto di riscaldamento, non entrato in funzione, per una volta non sono state avvertite come un disagio. Tutti concentrati sulle disumane condizioni in cui Cristina è stata segregata. Fino all'ultima stazione del calvario: l'occultamento del corpo in una discarica a Varallino di Galliate, in provincia di Novara. Sul Giornale di Olgiate in edicola sabato pubblicheremo un ampio servizio dedicato allo spettacolo.

Uno spettacolo che fa memoria e invita ad alzare la testa

Come sottolinea "Libera", lo spettacolo racconta "una storia di provincia che sta dentro a una tragica stagione del recente passato del nostro Paese, quella dei sequestri di persona per mano della criminalità organizzata, a cavallo degli Anni 70. C'è la convinzione che fare memoria, peraltro nel giorno dedicato alla violenza sulle donne, sia un profondo dovere civile".  Un dovere in difesa delle vittime innocenti e per coltivare cultura di legalità. Lo spettacolo nasce da un laboratorio di scrittura per la scena organizzato dal Piccolo Teatro Milano, rivolto agli studenti, ai dottori e ai dottorandi del corso di Sociologia della Criminalità Organizzata del professor Nando Dalla Chiesa, dell’Università Statale di Milano. "5 centimetri d’aria" è un monologo per voce femminile in cui convergono, in un flusso continuo, tante voci: quelle delle vittime, quelle dei carnefici, quelle dei giovani spettatori che rimangono attoniti, quelle degli spettatori meno giovani che in un bisbiglio pronunciano: "Io c’ero…".
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