l'episodio

Croce divelta e gettata nel dirupo: vandalismo o sacrilegio?

Ennesimo sfregio alla croce sulla strada della Dara, che da San Salvatore porta alla Croce Pessina.

Croce divelta e gettata nel dirupo: vandalismo o sacrilegio?

Semplice vandalismo o piuttosto vera dissacrazione religiosa? Se lo chiedono don Ettore Dubini, vicario parrocchiale di Crevenna, e i suoi fedeli, di fronte all’ennesimo sfregio alle croci di metallo che gli stessi residenti della frazione di Erba hanno piazzato tempo fa sulla strada della Dara, che da San Salvatore porta alla Croce Pessina.

Purtroppo è già successo altre volte

«Nel fine settimana ci è stato segnalato che una pianta era caduta sul sentiero per colpa del forte maltempo dei giorni scorsi, così un paio di volontari sono andati a controllare per capire come gestire il taglio e l’asportazione – ha raccontato don Ettore – Ma arrivati su si sono accorti che mancava una delle croci che avevamo posato lungo il sentiero: si sono trovati davanti solo al moncone della croce nel sasso che fa da basamento, mentre la croce, cercando poi con attenzione, era stata gettata nel dirupo». E purtroppo non è la prima volta che succede: già nel 2017, proprio poco tempo dopo che le croci erano state posate, la stessa sorte era toccata addirittura a due di questi manufatti.

Per coglierne il reale significato bisogna andare davvero indietro negli anni: una volta da Crevenna alla Croce Pessina, lungo la strada di San Salvatore, c’erano proprio le 12 tappe della Via Crucis. In occasione della festa patronale del luglio 2017 i fedeli di Crevenna hanno voluto realizzare e posare due croci nuove proprio in corrispondenza di due punti lungo la via: «Due punti in cui c’erano già delle piccole croci a segnalare punti in cui la gente che viveva queste montagne esprimeva fede e riconoscimento nei confronti della stessa montagna che dava tutto per il sostentamento, foraggio e legname – aveva spiegato a suo tempo don Ettore – Due segni con l’intento di mantenere viva la memoria delle tradizioni e del tempo che è stato e che non va dimenticato, proprio nei due punti chiamati “crusen dal cipilooe” e “crusen dal panigàa”». E proprio queste due croci erano state divelte e gettate nelle sterpaglie solo il settembre seguente, a nemmeno due mesi dalla posa. Ma i crevennesi avevano prontamente provveduto a risistemarle. Ora è toccato di nuovo a una di queste: «Ci viene da chiedere a gran voce allora se si tratti di semplice, seppur grave, inutile vandalismo e mancanza di rispetto per la storia e le tradizioni o se ci sia dietro un più grave intento di dissacrazione della religione», chiede don Ettore.

La stigmatizzazione del gesto e la riflessione sul significato sono importanti, ma per i crevennesi è importante anche agire e non farsi sopraffare: in questi giorni dunque verrà effettuato il taglio e l’asportazione della pianta per liberare il sentiero, ma soprattutto presto verrà riposizionata la croce, «questa volta ancora più robusta, in acciaio pieno, in modo da non poter essere in nessun modo divelta», sottolineano i volontari.