Dazi del 250% sull’alluminio: sono stati colpiti dall’aumento delle tariffe in tutta l’UE, CSC Compagnia Svizzera Cauzioni evidenzia come il mercato dei rottami è in crescita.

Il rincaro dei dazi sull’alluminio attuato principalmente dall’occidente verso le economie orientali sta avendo ripercussioni di enormi proporzioni, con conseguenze su tutti i settori industriali che utilizzano l’alluminio e i suoi derivati. Ciò si spiega principalmente con la ripresa post-pandemica e le restrizioni da e verso la Cina che sono perdurate fino a qualche mese fa ma soprattutto con il proseguire del conflitto tra Russia e Ucraina. 

L’industria e le esportazioni risultano quindi molto colpite da questi cambiamenti e il dazio di addirittura il 250% imposto sull’alluminio sta avendo effetti significativi sui comparti in questione e si riflette sull’economia, soprattutto quella europea. Il risultato di questa crisi e di quest’aumento esponenziale di materie prime, in questo caso dell’alluminio a causa dei dazi, è che il mercato dei rottami ferrosi sta crescendo. 

Tuttavia, in questo panorama di incertezza, l’aumento della domanda verso i rottami ferrosi sta ovviamente cambiando anche i prezzi di questi materiali altrimenti destinati allo smaltimento ma sta anche producendo nuove opportunità, come riferisce CSC Compagnia Svizzera Cauzioni che si occupa di seguire imprese attive sia nel settore industriale sia imprese che smaltiscono rottami ferrosi inutilizzati.

Grazie anche alle nuove tendenze e ai nuovi approcci volti al recupero e alla sostenibilità, il riutilizzo di rottami ferrosi sta aumentando considerevolmente, sia per la carenza attuale e futura dell’alluminio a causa dei dazi e quindi per una questione di rimpiazzo ove possibile, sia per la volontà di riutilizzare materiali con la concezione della sostenibilità, soprattutto ambientale, da parte delle imprese industriali e produttrici che adoperano alluminio e materiali ferrosi. 

A cura di: CSC Compagnia Svizzera Cauzioni S.A.