La grande opera

Dall’inagibilità alla polifunzionalità: il nuovo oratorio sarà uno spazio di vera innovazione

Dal Vaticano è arrivata la lettera che certifica il via libera: accolta la domanda di licenza per la costruzione.

Dall’inagibilità alla polifunzionalità: il nuovo oratorio sarà uno spazio di vera innovazione

Nelle messe di sabato 22 e domenica 23 novembre, celebrate nelle tre
chiese di Olgiate Comasco, è stato salutato con lunghi applausi l’annuncio dei sacerdoti, prima della benedizione finale, del decreto per la costruzione del nuovo oratorio che il Dicastero per il Clero ha indirizzato al vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni.

Il decreto firmato dal cardinale You Heung sik, prefetto del Dicastero per il Clero

Il decreto vaticano che autorizza il progetto del nuovo oratorio (Foto di Antonella Spinelli)

Ecco la lettera del Dicastero per il Clero, firmata lo scorso 18 novembre dal cardinale Lazzaro You Heung sik, prefetto del Dicastero per il Clero. “Signor Cardinale, mi riferisco ai documenti inviati lo scorso 8 luglio e il 6 ottobre 2025, con i quali l’Eminenza Vostra ha presentato a questo Dicastero domanda di Licenza affinché la parrocchia Santi Ippolito e Cassiano, in Olgiate Comasco, possa procedere alla costruzione del nuovo centro pastorale giovanile, c.d. oratorio. Al riguardo, mi premuro di comunicarLe che questo Ufficio della Sede Apostolica, sulla base della comunicazione presentata e dopo attento studio, ha accolto la domanda di licenza e ha emesso il relativo rescritto. Nell’auspicio che la summenzionata operazione giovi al bene di codesta Chiesa particolare, La saluto con sentimenti di viva cordialità e mi confermo con sensi di venerato ossequio”.

Un’opera da 4 milioni di euro

La demolizione della porzione interna dell’edificio preesistente

La realizzazione del nuovo oratorio comporta un impegno finanziario di circa 4 milioni di euro “In questi ultimi tre anni  – spiega un comunicato della parrocchia – grazie a BCC Cantù, Fondazione Cariplo con Regione Lombardia, le donazioni dei parrocchiani di Olgiate Comasco e dopo attento cammino, accompagnamento e sostegno economico da parte della Conferenza episcopale italiana la copertura finanziaria supera l’80%. Tutto ebbe inizio oltre tre anni fa quando a don Flavio Crosta, nuovo prevosto di Olgiate Comasco, il vescovo indicò la priorità dell’oratorio, in sostituzione della
struttura chiusa dal 2017″.

Tre anni di laboriosa dedizione al progetto, Commissione fondamentale

“E’ stato un percorso lungo e a volte impervio. Sono matti questi olgiatesi – in diversi lo hanno detto – che vogliono un oratorio quando le chiese si svuotano e i giovani cercano altri punti di riferimento, se non si chiudono in sé stessi. Pressappoco iniziava così il discorso al Tavolo della competitività della Camera di commercio di Como, anticipazione della presentazione del progetto “Oratorio San Giovanni Bosco: ridisegno dell’area rivolto all’inclusività” al Bando emblematico di Fondazione Cariplo con Regione Lombardia. Coloro che hanno conosciuto la realtà di Olgiate Comasco, 12.000 abitanti, hanno sperimentato come sia una comunità fortemente legata a identità e tradizioni, ma proiettata nel futuro con il proprio futuro, cioè i bambini e i ragazzi. Prima la BCC Cantù, poi Fondazione Cariplo con Regione Lombardia e dopo un lungo e attento cammino anche la Conferenza episcopale italiana, grazie al cardinale Oscar Cantoni, hanno creduto in questi matti dando fiducia alla comunità per un progetto fondato su principi di accoglienza e polifunzionalità. E nell’attesa l’oratorio piuttosto che svuotarsi, scorato dalle lungaggini burocratiche, si è riempito. Anziché scemare, la voglia di fare oratorio si è ravvivata: i ragazzi di ieri, oggi uomini professionisti e giovani pensionati, si sono resi disponibili: chi portando gratuitamente le proprie competenze alla Commissione che supporta il parroco nelle questioni burocratiche – il coordinatore Vittore De Carli, la segretaria Anna Colombo, il commercialista Fabrizio Milesi, il legale Angelo Pozzoni, gli industriali Roberto Briccola e Claudio Taiana – chi sporcandosi ancora le mani per smontare, spostare, ricoverare, tagliare, smaltire, pulire”.

L’urgenza di un nuovo oratorio inclusivo

L’urgenza viene declinata con sforzi collettivi e preziosi. “L’urgenza si è fatta impegno per aiutare i giovani che, da adolescenti, si sono visti chiudere fuori dal cancello, ma anziché trovare un posto altrove hanno duramente lavorato perché tutto ciò che era ancora utile e in buono stato fosse tenuto e utilizzato, adattato agli spazi rimasti, oppure smaltito per fare spazio a nuovi progetti. Anche gli adolescenti di oggi, contagiati da questo desiderio di oratorio e guidati da don Pietro Grandi, il vicario, hanno dato il loro contributo a smontare poltrone su cui non si erano mai potuti sedere. Vedere i volontari che hanno lavorato alacremente in questi mesi, e ancora più febbrilmente nelle ultime settimane, ha ricordato la vita  che è passata in quegli spazi: tornei, feste dei canestri, Grest, marce del Primo maggio, palio di San Gerardo, pesche, crotti, carri; manifestazioni, insomma, che scandivano l’anno pastorale. Il progetto del nuovo oratorio – creato e sviluppato dell’architetto Alessandra Mastrogiacomo – validato dall’architetto Carlo Valentini, parte proprio dalla storia di ciò che intende sostituire: quanta pioggia hanno preso i volontari per passare dalla cucina alla cappella, o dalla sala del teatro al bar. Ecco la necessità di uno spazio unico per ciò che serve oggi e servirà domani per cui deve essere polifunzionale, capace di assecondare le necessità mutevoli di una parrocchia sempre in cammino. E’ stato un dispiacere non potersi avvalere del teatro, bello, ma privo di autorizzazioni della competente Commissione sia per pubblici spettacoli sia per altri usi. Quindi, salvo cucina e bagni, nulla è pensato come fisso e immutabile e, al contrario, tutto è modulabile secondo la necessità di educatori, animatori, catechisti. Lo stesso salone vanterà la polifunzionalità che non prevede un arredo prestabilito, ma si potrà via via attrezzare, all’evenienza anche con 200 posti a sedere, fermo restando che al centro del progetto non ci sono i numeri, ma le persone”.

Demolizione in parte già effettuata

Alla base, una volontà condivisa di sognare, progettare e “mettere a terra” un progetto aperto all’accoglienza di tutti. “Datemi una leva e solleverò il mondo, diceva Archimede, ai ragazzi dell’oratorio bastava molto meno per “tirar su il mondo”: a loro tempo e con i propri modi, generazioni di giovani hanno dato vita a quegli spazi riempiendoli di gioia, di momenti belli e di difficoltà superate insieme. E ancora oggi siamo tutti ragazzi dell’oratorio nel progetto, nella raccolta di fondi, nei lavori pratici, ognuno secondo i propri talenti. All’inizio di ottobre la diocesi di Como ha autorizzato la demolizione del fabbricato del vecchio oratorio San Giovanni Bosco, nell’imminenza del decreto della Conferenza episcopale italiana per la costruzione della nuova struttura. È stata la nostra leva. Grazie alla disponibilità degli uffici comunali – dall’Area edilizia privata e urbanistica allo Sportello unico per le attività produttive e all’Ufficio ambiente ed ecologia, senza dimenticare il Comando di Polizia locale – e dell’Amministrazione, abbiamo potuto iniziare i lavori, recando il minore disagio possibile alla popolazione. È fare oratorio anche lavorare con rispetto delle persone che ci circondano, oltre che delle procedure e delle normative. E così, tra l’emozione degli ex ragazzi, una soleggiata mattina di novembre il cortile è diventato un cantiere cominciando a delineare il luogo dove le nuove generazioni potranno costruirsi futuri ricordi nel loro nuovo oratorio, grazie alla comunità che si è messa in ascolto dei propri ragazzi”.