Devozione a San Gerardo e anniversario della Liberazione dalla dittatura nazifascista: il 25 aprile a Olgiate Comasco.
Una rappresentanza della parrocchia olgiatese oggi pomeriggio sarà a Monza: alle 16 il parroco don Flavio Crosta, insieme ad altri sacerdoti olgiatesi, celebrerà la messa in cui rinnovare la plurisecolare devozione a San Gerardo. Saranno presenti anche alcuni volontari delle associazioni di Olgiate Comasco, oltre a rappresentanti delle varie realtà parrocchiali.
In mattinata deposte le corone al monumento ai Caduti e al parco della rimembranza. In occasione del 25 aprile, anniversario della Liberazione dell’Italia dalla dittatura nazifascista, un ampio programma di contributi fruibili online sul sito del Comune e, alle 18, uno spettacolo sempre per via telematica.
Così Simone Moretti, primo cittadino olgiatese, sottolinea l’anniversario della Liberazione: “Cari concittadini, autorità militari, civili e religiose, associazioni. “La libertà e come l’aria, non si può stare senza”.
Nella primavera del 1945, 76 anni or sono, l’Europa vide la sconfitta del nazi-fascismo, dei suoi seguaci, di un’idea sbagliata di superiorità della razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro.
Oggi come allora siamo chiamati alla delicata fase della Ricostruzione, non più da una guerra ma da una pandemia che da un anno a questa parte di emergenza sanitaria ci ha ricordato cosa significhi essere privati di alcune delle nostre libertà fondamentali.
Festeggiare ancora oggi il 25 aprile significa celebrare quello che fu il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia.
Ci serve celebrare e ricordare il 25 aprile senza divisioni, senza distinguo e senza la tentazione di “riscrivere la storia” a proprio piacimento.
Ci serve per ricordare di come il popolo italiano riprese in mano il proprio destino, come lo dovrà fare anche adesso.
Ci serve per ricordare come la fase di ricostruzione cambiò il volto del nostro Paese e lo rese moderno, più giusto, conquistando rispetto e considerazione nel contesto internazionale, dotandosi... prendendo in prestito le parole del nostro Presidente Sergio Mattarella... “di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista”.
Ci serve per dire grazie alla Resistenza, parte nobile della nostra storia: nata spontaneamente nelle città, nelle periferie, nelle campagne e sulle montagne, coglieva il bisogno di pace, di giustizia e di libertà ed ha avuto il merito di ridare dignità alla Nazione.
Il Comune di Olgiate Comasco, grazie al prezioso gioco di squadra tra amministratori, uffici e staff della biblioteca ha scelto quale tema per celebrare il 25 aprile 2021 il ricordo delle donne che fecero la Resistenza.
Secondo alcune stime le donne che hanno partecipato alla resistenza sono state settantamila, probabilmente molte di più, e circa 35.000 presero parte attiva alla lotta.
Tuttavia il loro ricordo è entrato solo recentemente nella storia ufficiale della resistenza italiana... forse perché si cercò di “normalizzare” il loro ruolo che proprio durante la guerra aveva espresso un’emancipazione di fatto dai ruoli tradizionali”.
Nella maggior parte dei casi le partigiane hanno fatto le staffette: portavano cibo, armi, riviste, materiali di propaganda.
Rischiavano la vita, torture e violenze sessuali e non erano armate, quindi non si potevano
difendere.
Molte donne inoltre hanno avuto ruoli di protezione dei partigiani: li nascondevano, li curavano, portavano loro i viveri nei nascondigli, si preoccupavano della loro sopravvivenza.
In altri casi hanno preso parte attiva combattendo fianco a fianco con i loro compagni maschi e alcune di loro sono diventate le nostre madri costituenti.
“Molte delle donne che hanno partecipato alla resistenza non hanno chiesto un riconoscimento perché hanno dichiarato che sentivano di aver fatto solo il loro dovere”. Celebrando la Resistenza al femminile, abbiamo voluto rendere omaggio alle donne di oggi che, come allora, sono state messe a dura prova dalla pandemia, molte hanno perso il lavoro, molte si sono trovate sulle spalle il peso della famiglia in lockdown, dei bambini da gestire, delle difficoltà quotidiane amplificate dalla pandemia.
Non possiamo e non dobbiamo dimenticare, perché la memoria scolorisce in fretta come i marmi e le targhe di chi si è battuto ma l’odio è sempre pronto ad imbrattarli di nuovo.
A questo sforzo collettivo per tenere viva la memoria e la storia siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, adulti e ragazzi, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore.
Solo Insieme possiamo farcela... e lo stiamo dimostrando.
Via la Resistenza, Viva la Liberazione, Viva la Repubblica e Viva l’Italia e Viva le Donne!”.