Don Angelo a tu per tu con Papa Francesco STORIE SOTTO L'ALBERO

Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2018 sulle pagine del nostro settimanale.

Don Angelo a tu per tu con Papa Francesco STORIE SOTTO L'ALBERO
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(Lurate Caccivio) La benedizione di Papa Francesco per la Comunità pastorale. Un incontro emozionante. Unico. Poi quella stretta di mano interminabile tra don Angelo Fontana e il pontefice.

Don Angelo a tu per tu con Papa Francesco

Lunedì mattina, nella chiesa di Santa Marta a Roma, dopo la messa delle 7, il responsabile della Comunità pastorale ha avuto un breve ma intenso colloquio con il santo padre. "E’ stata una grande emozione - racconta don Angelo - Mi sono recato nella Capitale domenica sera insieme a 11 miei compagni in occasione del 25esimo di sacerdozio. Sei di noi hanno avuto modo di incontrare il pontefice lunedì, altri sei nella mattinata del giorno successivo". Il parroco ha portato il saluto di tutti i fedeli di Lurate Caccivio, chiedendo tre grazie.

"Ogni giorno il papa celebra una messa molto particolare nella chiesa di Santa Marta: senza cerimonieri e con canti essenziali. Al termine si ferma a parlare con i fedeli per un momento di preghiera collettiva. Dopodiché riceve i presenti". Attimi toccanti. "L’ho incontrato una prima volta nel 2013 sempre nella stessa chiesa ma in circostanze diverse, insieme a un mio parente malato di cancro. Questa volta ho chiesto una grazia per le coppie nell’avvicinamento ai sacramenti dopo un discernimento personale. Papa Francesco mi ha detto: “Accompagna le coppie, hanno bisogno che tu stia vicino a loro“. La seconda era un grazie per il suo ministero. La terza, invece, era strettamente personale".

Ricordi indelebili

Don Angelo ripercorre con gioia quegli istanti: "Era concentratissimo sulle mie parole, su di me. Questo nonostante intorno a noi ci fosse una folla di persone con tanto di fotografi. Gli ho tenuto la mano per tutti quei due, lunghissimi, minuti di colloquio. Sono poi rientrato in paese martedì sera portando la benedizione di papa Francesco". E il parroco ha raccontato dell’incontro anche nello scritto "Le novità del mondo e la novità di Cristo" per il giornale parrocchiale "Il Cammino".

Il racconto

Di seguito l’articolo.

"Lunedì 10 settembre ho partecipato all’Eucaristia in Santa Marta presieduta da Papa Francesco con cinque miei compagni per ricordare il 25esimo di sacerdozio. Porto a tutti il saluto del santo padre e la sua benedizione per la nostra Comunità pastorale. Colpisce sempre il raccoglimento con cui celebra il papa e la voglia di seguire Gesù che trasmette senza compromessi e nella verità. In quel giorno la liturgia della parola presentava la doppia vita dei cristiani di Corinto. Per alcuni non era un problema seguire Gesù e seguire il mondo, che generava una immoralità tollerata e quindi una doppia vita. Ma Gesù non tollera questo, perché - Francesco parlava del principio - il lievito vecchio rovina la pasta. Si domandava il papa: “E tanta gente cerca di vivere il suo cristianesimo delle novità: Ma oggi, si può fare così; no, oggi si può vivere così… E questa gente che vive delle novità che vengono proposte dal mondo è mondana, non accetta tutta la novità… La gente che Paolo condanna è gente tiepida, è gente immorale, (…) è gente che simula, è gente formale, è gente ipocrita. La chiamata di Gesù è una chiamata alla novità. Con chiarezza poi ci faceva fare un altro passaggio, chiarendo bene cosa è riconoscersi peccatori e vivere da ipocriti. Qualcuno può dire: ma, padre, noi siamo deboli, siamo peccatori … - Ah, questa è un’altra cosa. Se tu accetti di essere peccatore e debole, Lui ti perdona, perché parte della novità del Vangelo è confessare che Gesù Cristo è venuto per il perdono dei peccati. Ma se tu che dici di essere cristiano convivi con queste novità mondane, no, questa è ipocrisia. State attenti quando vi diranno: il Cristo è lì, è là, è là. Le novità sono queste: no la salvezza è con questo, con questo. Cristo è uno solo.

E concludeva la sua omelia: non bisogna negoziare con le novità, non bisogna annacquare l’annuncio del Vangelo. Ritengo che queste parole siano state un monito fortissimo per me e per il mio sacerdozio, ma anche un richiamo forte a vivere il mio ministero di parroco in mezzo a voi difendendo la novità di Cristo dalle novità del mondo. Noi tante volte vogliamo le novità, oppure riteniamo che le novità del mondo non rovinino il Vangelo che è Gesù. C’è poco da fare, un pizzico di lievito fa fermentare chili e chili di pasta e se è buono, la pasta sarà buona; se è cattivo rovina tutto! Meglio allora il pane azzimo, diceva Francesco. Non ce ne facciamo nulla di cristiani insipidi e radicalmente malati, perché sono lievito vecchio! Meglio un cristiano accidentato, che per il peccato fa un incidente, ma poi chiede perdono e riprende il suo cammino. Cari amici di Lurate Caccivio, della nostra Comunità pastorale, a tutti noi è chiesto di seguire Gesù, che è la vera novità anche oggi 2018! Ma anche per domani 2019! Le novità non aggiungono nulla alla novità che è Cristo! Ma cosa vorrà dire tutto questo per noi che iniziamo il nuovo anno pastorale alla luce delle parole del papa e del nostro vescovo Mario nella sua lettera pastorale “Cresce lungo il cammino il suo vigore?”.

Per prima cosa: intensificare il nostro cammino con e verso Gesù. Non sarà facile, ma questa deve essere la tensione di tutti e di tutto ciò che proponiamo. Gesù è davvero importante e tanti cristiani prima di noi ci hanno creduto e noi pure siamo chiamati a testimoniarlo.

Scrive monsignor Delpini: “I cristiani percorrono la terra seminando speranza... la presenza dei cristiani ha segnato la storia e la geografia di questa terra lombarda che noi abitiamo. Eredi di una storia così ricca, complessa, affascinante e contraddittoria, sentiamo la responsabilità di custodire questa eredità. La proposta cristiana si offre come una benedizione, come l’indicazione di una possibilità di vita buona che ci convince e che si comunica come invito”.

Secondo: come domanda l’arcivescovo non manchino in questo tempo l’ascolto della parola di Dio, la preghiera della liturgia delle ore e il pellegrinaggio in preparazione alla visita pastorale che inizierà col prossimo avvento 2018. Queste modalità sono necessarie perché abbiamo sempre a sentirci Chiesa in debito per l’annuncio del vangelo, per la celebrazione dei sacramenti e per essere segno forte di profezia. Terzo: allontanare persone e proposte che sono lievito vecchio che rovina la pasta della Comunità. Meglio il pane azzimo, cioè meglio un anno segnato dall’essenziale! Ovviamente resta tutto lo spazio possibile per il perdono, per la misericordia, per il cammino di conversione. Senza dilungarmi troppo auguro a tutti un buon anno pastorale e un tempo bello e decisivo per regalare a noi stessi e a tutti la novità che è Cristo Signore".

(Giornale di Olgiate sabato 15 settembre 2018)

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