Dopo la tragedia di via per San Fermo, la Casa dei Bambini è realtà: "Questo rifugio a Como per sempre" FOTO E VIDEO
Inaugurato l'appartamento di Fondazione Scalabrini che ospiterà famiglie in difficoltà con figli.
"Diventi un focolare di carità". Con queste parole stamattina, sabato 8 febbraio 2020, il parroco ha benedetto la Casa dei Bambini della Fondazione Scalabrini onlus. Una casa che è già esempio di carità, nata da una tragedia per evitarne di nuove.
La Casa dei Bambini in ricordo della tragedia di via per San Fermo
Il 20 ottobre 2017 tutto è cambiato. E' il giorno in cui un papà, disperato, ha dato fuoco alla sua casa nella quale vi erano i suoi quattro bimbi. Quel giorno oltre a lui sono morti Saphiria Sahar, Sophia, Soraya e Siff e una mamma, già fragile, è rimasta sola. Una tragedia che ha sconvolto l'intera città ma soprattutto i responsabili di Fondazione Scalabrini, che gestiva la casa in via per San Fermo in cui la famiglia abitava.
"Per la Fondazione Scalabrini la casa è l'inizio di ogni famiglia. Il 20 ottobre una casa, che noi gestivamo, è stata una fine. Quando siamo riusciti ad asciugarci gli occhi, abbiamo dovuto prendere tante decisioni che ci hanno fatto cambiare. Una di queste è stata di continuare a lavorare e non era scontato dopo quello che era successo - ha spiegato la referente di Fondazione Scalabrini, Francesca Paini - Abbiamo deciso che non avremmo più lavorato in silenzio e quello che avremmo fatto, lo avremmo fatto per Como e con Como. Quello che era successo lì, era successo a noi e a tutta la città".
Così non solo la Fondazione decise di ristrutturare a sue spese la casa di via per San Fermo, ma anche di acquistare un appartamento che sarebbe diventato la Casa dei Bambini. Un costo totale di 243mila euro, non semplice per una onlus. La raccolta fondi ha fatto la sua parte: sono stati raccolti 193mila euro mentre il resto dei costi verrà coperto con un mutuo acceso dalla Fondazione. Da oggi però l'appartamento di via Pastrengo, nello stabile dell'ex Pastificio Castelli, è a disposizione di una famiglia in difficoltà. In questo caldo focolare avrà il tempo di rimettersi in sesto, tornare in carreggiata e ripartire. "Abbiamo deciso di comprarla affinché questo rifugio a Como fosse per sempre" ha aggiunto Paini.
Lo stabile
L'ingresso
La stanza giorno
Per la Casa dei Bambini
La camera matrimoniale
La cameretta
La benedizione di Guzzetti
Ospite d'onore di questa mattinata di emozioni forti è stato uno dei volti più noti del territorio comasco: l'ex presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti. "Il primo sentimento che è sorto in me durante questa semplice cerimonia è la gratitudine per Francesca e i suoi collaboratori perché loro sono testimoni della generosità del nostro territorio - ha esordito l'avvocato - E il bello di questa iniziativa è la temporaneità: 50 persone abitano nelle case della Fondazione al momento ma 300 sono quelle che sono ripartite, sono cifre impressionanti".
L'ex presidente Guzzetti ha però voluto "sfruttare" questa occasione fare il punto su un tema a lui molto caro, la povertà infantile. "1milione e 200mila bambini vivono nel nostro paese in povertà educativa assoluta, solo a Milano ci sono 21mila bambini che non mangiano tutti i giorni, non vanno a scuola, che vivono in famiglie sfasciate - ha spiegato Guzzetti - Ma loro che responsabilità hanno di questa situazione? Loro nessuna, è degli adulti. Dobbiamo fare qualcosa (quasi 500mila sono i bambini salvati da queste situazioni nel triennio 2016/17/18 dalla Fondazione), perché se non li portiamo via da queste situazioni, li ritroveremo tra i Neet, ovvero i giovani che non studiano, che non lavorano e che non lo cercano".
Le parole del sindaco
A chiudere la mattinata è stato il sindaco di Como Mario Landriscina: "In una città ricca e sulla bocca di tutti come la nostra ci sono contraddizioni sociali faticose da accettare e contrastare. La voce spesso è di poco appannaggio di chi ne ha bisogno ma ci sono persone che si donano nutrendosi della grande soddisfazione di vedere un cammino nuovo iniziare nelle persone prima in difficoltà. C'è chi, come loro, non aspetta più che le cose succedano".