Eccezionale avvistamento: un ibis sacro sulle rive del lago

Un giovane esemplare segnalato nella mattinata di domenica a Lierna, ma non è una bella notizia…

Eccezionale avvistamento: un ibis sacro sulle rive del lago
Pubblicato:
Aggiornato:

Nella tarda mattinata di domenica la segreteria telefonica del WWF Lecco ha registrato un messaggio relativo alla presenza, all’interno di un giardino di una villetta di Lierna, di un giovane esemplare di ibis sacro, un uccello della famiglia dei pelicaniformi, originario dell’Egitto, dove era considerato in tempi antichi una divinità e considerato la rappresentazione terrena del Dio Thot, simbolo di intelligenza.

Incredibile: un Ibis sacro a Lierna

Il tempo di ricontattare la signora che aveva chiamato il WWF e l’ibis se n’era già andato, in direzione riva bianca di Lierna. “La fotografia inviata dalla signora non lascia comunque dubbi” spiegano dal WWF. ” Si tratta sicuramente di un esemplare di ibis sacro, un giovane come si può dedurre dalla colorazione grigio e bianca del collo”.

La prima segnalazione nel Lecchese

In Italia l’ibis sacro è una specie ormai nidificante naturalizzata: si tratta in pratica di una specie introdotta in tempi recenti e presente allo stato selvatico con popolazioni in grado di autosostenersi e di diffondersi spontaneamente, migratrice e svernante. In Lombardia le presenze sono segnalate soprattutto nell’area della Pianura Padana. Qualche esemplare è stato segnalato nella Valle del Lambro. In provincia di Lecco potrebbe trattarsi della prima segnalazione.

“L’ibis sacro rappresenta purtroppo una specie esotica per il nostro territorio. Le specie esotiche, talvolta chiamate “aliene”, sono piante, animali e altri organismi introdotti dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori della loro area di origine”.

La legge sugli animali esotici

Il 14 febbraio scorso è entrato in vigore anche in Italia il decreto che recepisce anche il Regolamento europeo per prevenire e gestire l’introduzione delle specie esotiche considerate particolarmente invasive dall’Unione Europea. Questo perché purtroppo una parte di queste specie aliene causa gravi danni alla natura e ai servizi ecosistemici con conseguenze ecologiche ed economiche notevoli. Le specie aliene “invasive” rappresentano la seconda principale minaccia alla biodiversità globale che ha contribuito in modo determinate al 54% delle estinzioni delle specie animali conosciute, tramite predazione su specie locali (autoctone) o competizione per le stesse risorse.

49 specie invasive

L’Unione Europea ha stilato un elenco delle 49 specie invasive più pericolose e considerate “di importanza unionale”. 33 delle 49 specie pericolose a livello europeo sono presenti in Italia e tra queste vi sono piante come il giacinto d’acqua (Eichhornia crassipes), insetti come il calabrone asiatico (Vespa velutina nigrithorax),  crostacei come il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) rettili come la testuggine palustre americana (Trachemys scripta), pesci come la pseudorasbora (Pseudorasbora parva), anfibi come la rana toro (Lithobates catesbeianus), mammiferi come la nutria (Myocastor coypus) e uccelli come appunto l’ibis sacro (Threskiornis aethiopicus).

Le problematiche

Nel caso specifico dell’ibis sacro, la comparsa i Europa di questa specie esotica ha purtroppo creato impatti notevoli sulla biodiversità delle aree invase. In Francia, dove la popolazione è molto alta, si verificano casi di predazione di nidi di altri uccelli; nel giugno 2004 nell’Ovest della Francia, una sola coppia di ibis sacri è riuscita a distruggere una intera colonia nidificante di 30 coppie di beccapesci (Thalasseus sandvicensis), nutrendosi delle loro uova. Predazioni analoghe si sono verificate in colonie di sterna comune, mignattino comune, pavoncella, cavaliere d’ Italia e germano reale.

“Sicuramente è una specie da tenere quindi sotto controllo” proseguono dal WWF. “In caso di insediamento di coppie riproduttive, come richiesto dall’attuale normativa sulle specie esotiche, sarà necessario avvertire tempestivamente l’ISPRA che valuterà eventuali misure da intraprendere”.

La prevenzione

“Per il WWF, la migliore risposta al problema resta comunque la prevenzione” concludono dall’associazione lecchese. “ E’molto più efficiente limitare l’accesso a nuove specie invasive che combatterle una volta insediate, così come ecosistemi sani e ricchi di biodiversità riescono a contrastare naturalmente l’insediamento di specie aliene in maniera molto più efficace rispetto ad ecosistemi inquinati o impoveriti”.

 

Seguici sui nostri canali