la lettera

"Ero malato, morente e non avete potuto visitarmi". La toccante riflessione di don Giusto della Valle

Il parroco di Rebbio ha parlato alla sua comunità delle difficoltà dell'emergenza Coronavirus.

"Ero malato, morente e non avete potuto visitarmi". La toccante riflessione di don Giusto della Valle
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C'è qualcosa di mostruoso che ancora non vediamo in questa emergenza sanitaria. "Andrà tutto bene", certo, ma nel frattempo qualcosa in tutti noi sarà cambiato. Soprattutto in chi è stato toccato da vicino dal contagio da Covid 19 e ha perso qualcuno a causa di questo male invisibile.

Una realtà che ha ben messo a fuoco don Giusto della Valle, parroco del quartiere comasco di Rebbio in una lettera-riflessione ai propri parrocchiani.

La riflessione di don Giusto della Valle

ERO MALATO, MORENTE E NON AVETE POTUTO VISITARMI

E' il dramma di chi muore in questi giorni a causa del virus nel mondo intero senza poter ricevere la visita dei propri cari: muore da solo, alleviato dalla morfina. L'unica compagnia ai morenti è quella dei medici e degli infermieri occupatissimi nei reparti superaffollati.
Nemmeno dopo la morte si può vedere il corpo del proprio caro... solamente le ceneri ed un funerale sommesso. Si tratta di precauzioni giuste e motivate in una situazione straordinaria.

Non poter accompagnare i propri cari alla morte lascia un senso di incompiuto, lascia un'angoscia mortale, l'angoscia di chi non può dare l'ultimo saluto su questa terra alla persona amata, di chi non può stringere la mano e accarezzare. Anche Gesù è morto solo ed ha urlato "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato". Prego perché le ultime parole dei morenti siano "a te Dio affido la mia vita, nelle tue braccia mi consegno".

Esprimo anch'io tutta la gratitudine ai medici, agli infermieri e a tutto il personale ospedaliero: siete voi che accompagnate alla guarigione ma sono vostre anche le ultime parole che accompagnano i morenti. Che il Signore vi dia le parole e i gesti di accompagnamento perché siete voi il volto di Dio per i malati ed i morenti in questo momento e lo siete anche a nome nostro che vi sosteniamo con tanta stima e riconoscenza. Siete anche l'orgoglio della nostra Lombardia e della nostra Italia.

Cari familiari che non avete potuto accompagnare alla morte i vostri cari, che avete supplicato il personale ospedaliero per farvi entrare in camera... a voi manca questo passaggio che può lasciarvi in un'angoscia mortale tutta la vita, oppure fidatevi di Dio, come un cieco che si lascia accompagnare nelle "valli oscure" della vita.

E tutti col telefono, con le preghiere e con le visite possibili stringiamoci attorno a chi soffre, cuore a cuore. Chiediamo a Dio che questo flagello e tante miserie che affliggono l'umanità finiscano, chiediamo a Dio che illumini la mente degli scienziati e dei ricercatori, chiediamo a Dio infine che questa pandemia mondiale non faccia ulteriormente regredire l'umanità verso l'individualismo, la separatezza, i luoghi protetti per pochi, ma ci renda fratelli capaci di affrontare insieme la prova e di trovare insieme vie d'uscita.

Saluti cari.
Giusto Della Valle

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