Etichettatura obbligatoria Coldiretti: "Richiesta del 95% dei lariani"

"L’Unione Europea deve approvare al più presto una normativa ad hoc", commentano.

Etichettatura obbligatoria Coldiretti: "Richiesta del 95% dei lariani"
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Il 95% dei cittadini lariani vuole l’etichettatura obbligatoria d’origine di tutti i prodotti alimentari e spinge per un’accelerazione da parte dell’Unione Europea che, secondo gli intervistati, “dovrebbe varare al più presto una normativa comunitaria ad hoc”. E’ quanto commenta Coldiretti Como Lecco sulla base delle rilevazioni effettuate presso gli AgriMercati del comprensorio interprovinciale.

Etichettatura obbligatoria

Continua intanto il pressing nei confronti dell’Unione Europea dove, con il regolamento 775/2018, rischiano di entrare in vigore
nell’aprile 2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori. Un fronte su cui si è espresso anche il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova che ha chiesto di far slittare di un anno l’entrata in vigore della normativa che rappresenterebbe di fatto un pericoloso passo indietro rispetto ai decreti varati in Italia per garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori.

“La svolta in atto a livello europeo, che ha visto molti Paesi chiedere una normativa più stringente sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta è un successo dell’Italia dove la Coldiretti e Campagna Amica hanno raccolto l’85% delle firme per una petizione che ha avuto in Europa il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza” sottolinea il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi, ricordando che la presentazione del risultato conseguito dalla raccolta stessa è stato fatto proprio sul lago di Como, a Cernobbio. Oltre a Coldiretti, hanno sostenuto la petizione la Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico e importante sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Fondazione Univerde, a Gaia (associazione degli agricoltori greci) a Green protein (Ong svedese), alle quali se ne
sono poi aggiunte molte altre.

"Esigenza di chiarezza condivisa"

“Un’esigenza di chiarezza – rimarca il presidente Trezzi - condivisa dalla stragrande maggioranza dei consumatori europei e italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull’origine del cibo per contrastare l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy: dati che si riflettono e, anzi, si amplificano ulteriormente “tastando il polso” dei consumatori che frequentano i nostri AgriMercati lariani”. L’Unione Europea - ricorda Coldiretti Como Lecco – ha avuto sinora un atteggiamento incerto e contradditorio, obbligando a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero.

A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le
uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre
la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei.

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