L'arresto

Festeggiarono il Capodanno pestando a morte un 34enne: in carcere tre minorenni e un 20enne

Il reato configurato è tentato omicidio in concorso, aggravato dall’aver profittato di circostanza di tempo e di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa

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Oggi, martedì 12 dicembre 2023, nelle province di Monza Brianza e Como, i Carabinieri della Compagnia di Seregno, coadiuvati in fase esecutiva dai comandi Arma competenti per territorio, hanno arrestato tre minorenni e un ventenne, tutti di nazionalità italiana e già noti alle Forze dell’ordine, in esecuzione di due ordinanze, che richiedevano di applicare la misura della custodia cautelare in carcere, emesse rispettivamente dagli Uffici G.I.P. del Tribunale di Monza e del Tribunale per i Minorenni di Milano su richiesta della Procura della Repubblica di Monza e della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Milano.

L'accusa

I provvedimenti scaturiscono dalle indagini coordinate dalle rispettive Procure e svolte dalla Stazione Carabinieri di Meda e della Compagnia di Seregno a seguito del ricovero, all’alba di Capodanno del 2023, presso l’Ospedale Niguarda di Milano, di un 34enne di origini pakistane in gravi condizioni per contusioni, fratture multiple e ferite da taglio.

Secondo l'accusa ritenuta valida dai Giudici cautelari, i quattro odierni arrestati, agendo in gruppo e per futili e occasionali motivi, nel corso dei festeggiamenti di Capodanno in corso a Meda, aggredivano due pakistani, uno dei quali riusciva a sfuggire alla violenza mentre il citato 34enne aveva la peggio e, a seguito del pestaggio, veniva ricoverato d’urgenza in pericolo di vita e sottoposto ad intervento chirurgico.

All’identificazione degli indagati, oltre alle risultanze di intercettazioni telefoniche e ambientali, acquisizione e analisi di registrazioni video e accertamenti tecnici sulla scena del delitto, hanno contribuito anche le dichiarazioni di altri giovani presenti, nonostante l’iniziale reticenza riconducibile alle minacce subite dagli indagati con l'ordine di non parlare.

Il reato configurato è tentato omicidio in concorso, aggravato dall’aver profittato di circostanza di tempo e di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa.

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