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Fiume Lambro, 600mila euro da Regione. Dopo il no alla cementificazione di Ilaria Alpi, Turba: "Finanziamento atteso"

Gli ambientalisti non vogliono altro cemento sui margini del fiume.

Fiume Lambro, 600mila euro da Regione. Dopo il no alla cementificazione di Ilaria Alpi, Turba: "Finanziamento atteso"
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Fiume Lambro, 600mila euro da Regione. Dopo il no alla cementificazione di Ilaria Alpi, Turba: "Finanziamento atteso".

Fiume Lambro, 600mila euro da Regione per la messa in sicurezza

“Un finanziamento importante che consentirà la messa in sicurezza del Fiume Lambro, un intervento che le Comunità si aspettavano da tempo”. Lo dichiara il sottosegretario di Regione Lombardia con delega ai Rapporti con il Consiglio regionale, Fabrizio Turba, commentando la decisione di indirizzare 600mila euro ai territori di Erba, Ponte Lambro, Caslino d’Erba, Castelmarte, Canzo, Asso, ed Eupilio per questo intervento

“Sono sempre stato in contatto con cittadini e sindaci – ha spiegato il sottosegretario – e la richiesta di un finanziamento economico era davvero auspicata da più parti. Come già avvenuto nel tratto tra Asso-Canzo, anche in questo caso la Comunità Montana utilizzerà le risorse economiche di Regione per interventi straordinari del fiume Lambro, rimuovendo alberi e detriti accumulati in tutti questi anni nell’alveo del fiume, dove purtroppo troppo spesso è mancata la manutenzione ordinaria e straordinaria. Un’operazione ormai divenuta necessaria per recuperare la capacità idraulica del fiume”.

In conclusione, il sottosegretario Turba ha voluto smorzare le polemiche lanciate dal Circolo Ambientale ‘Ilaria Alpi’.

“E’ la prima volta che qualcuno è scontento per l’arrivo di risorse economiche, diciamo che è un po' bizzarro”. Per poi finire con un auspicio: "Penso che tutti debbano lavorare per difendere e tutelare i propri territori, quindi se il Circolo organizzasse giornate del ‘verde pulito’ e decidesse di ripulire il fiume dai rifiuti abbandonati sarebbe un’altra importante azione per le Comunità, proprio come il finanziamento di Regione Lombardia”.

Il parere del Circolo Ilaria Alpi

Il Circolo infatti nei giorni scorsi aveva sottolineato: “Siamo contrari a qualsiasi nuova opera di cementificazione degli argini, per cui chiediamo che i nuovi lavori che verranno eseguiti sul fiume prevedano solo interventi per eliminare il cemento utilizzato in passato sugli argini”.

“In passato abbiamo assistito a lavori di 'regimazione' che hanno devastato il corso del Lambro - aveva commentato Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente - Per questo siamo scettici sugli interventi previsti ora dalla Regione. Se proprio si devono eseguire dei lavori, questi devono essere destinati a rinaturalizzare le sponde del fiume, che sono state artificializzate nei decenni passati proprio in occasione di lavori per fantomatiche “sistemazioni idrauliche”, volute dal Magistrato del Po. Una pesante cementificazione, visibile tutt’oggi nel tratto di fiume che va da Asso a Caslino, in particolare nel territorio di Castelmarte, che ha portato solo a deturpare il corso del fiume e a velocizzarne le acque. Lavori che quindi – considerata la necessità di nuove opere, in base a quanto deciso ora dalla Regione – non solo non hanno risolto i paventati problemi di rischio idrogeologico, ma anzi li hanno aumentati".

Il presidente aveva aggiunto: "Occorre considerare che l’esondazione dei fiumi è un fenomeno naturale, per cui gli unici interventi da eseguire devono essere quelli destinati a liberare le sponde. Per fare questo occorre rinaturalizzare gli argini, ovvero togliere il cemento in cui il fiume è stato costretto proprio a causa dei lavori spondali eseguiti anni fa! Pertanto se ora si pensa di intervenire sul fiume con nuove opere – e noi non ne siamo convinti – queste devono essere destinate unicamente ad interventi per rinaturalizzare le sponde. Ovvero laddove gli argini sono stati cementificati, occorre riportarli ad una condizione di naturalità, senza l’uso di leganti cementizi,
che distruggono l’habitat naturale del corso d’acqua e aumentano il rischio idrogeologico”.

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