Fiumi di droga maxi operazione contro lo spaccio
Una operazione contro il fenomeno il narcotraffico che da tempo è una vera e propria piaga.

1000 clienti, 12mila telefonate per comprare droga, 3000 dosi di polvere bianca per un valore totale di 120mila euro e 9 ordinanze cautelari. Numeri da capogiro quelli della operazione Ronni 2017 portata a termine ieri dagli uomini della Questura di Lecco. La zona di spaccio arrivava anche nell'Erbese.
Le zone dello spaccio
Una operazione contro il fenomeno il narcotraffico che da tempo è una vera e propria piaga. Non a caso nei mesi scorsi in Prefettura a Lecco si era svolta una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. L’incontro era stato convocato dal Prefetto su richiesta dei Sindaci dell’Oggionese per esaminare la problematica legata allo spaccio.
Ampia la zona dello spaccio: da Oggiono, fino alla città di Lecco, ma anche nelllErbese.
Gli arrestati
A finire in manette sono stati Lachen El Kholti del 1991, Azdine El Kholti del ’64 e Michine El Idaou del ’92, tutti di origini marocchine. Obbligo di dimora per Susan Villa del 1991, Aziz Chakassi del ’92 e Essedik Maehini del 90. Tre al momento i latitanti.
I ruolo di “Ronni”
L’indagine, culminata ieri mattina con l’emissione delle ordinanze è iniziata nel 2016 grazie ad una fonte confidenziale. Da lì gli agenti hanno indagato a lungo fino ad arrivare ad una consolidata rete di spacciatori già noti. In particolare Younes El Kholti, classe 1988, ricercato nell’ambito dell’operazione May Day sullo spaccio di droga lungo la Statale 36 è coinvolto anche in questa inchiesta. Quest’ultimo soprannominato Ronni dai consumatori di droga, è l’elemento di continuità che lega le operazioni ed è a capo di un radicato sodalizio che spaccia droga in tutto il Lecchese.
Spacciatori molto abili
Il gruppo, per vendere la polvere bianca, usava il consolidato metodo del call center, lo stesso utilizzato dagli spacciatori arrestati il mese scorso sempre dagli uomini della Questura di Lecco. Ma questa volta il gruppo era ancora meglio organizzato. In particolare gli agenti hanno scoperto che i pusher avevano a disposizione un vero e proprio parco auto che permetteva loro si spostarsi senza destare sospetti. Non solo ma erano anche estremamente abili nello scambiarsi i cellulari e le vetture che erano sempre intestate a prestanome oppure prestate loro dai tossicodipendenti. Tutto ciò permetteva loro di essere allo stesso tempo difficilmente monitorati e sempre disponibili per i compratori