Forno crematorio Como rotto un altro pezzo: "Abbiamo stanziato altri 50mila euro"
In fase di collaudo dopo i lavori si è rotto un altro pezzo del forno. "Abbiamo stanziato i fondi per acquistarlo nella variazione di bilancio".
Forno crematorio Como: una storia infinita. Chiuso per lavori di manutenzione dal giugno 2016, forse nei prossimi mesi potrebbe esserci una svolta.
Forno crematorio Como: "Bisognava partire subito con il nuovo forno"
La vicenda è nota. Nel giugno 2016 l'annuncio sul sito del Comune di Como: "Il servizio di cremazione presso il forno crematorio del Cimitero Monumentale è temporaneamente sospeso essendo l’impianto interessato da interventi di manutenzione: ci scusiamo per il disagio arrecato". Da quel momento nulla è cambiato. Ci ha provato durante l'ultimo anno del suo mandato la Giunta Lucini e ci sta provando da un anno la Giunta Landriscina ma i problemi sembrano essere molti.
Secondo quanto reso noto qualche tempo fa, il forno terminati i lavori avrebbe dovuto riaprire in giugno ma così non è stato. A spiegare il perché è stato l'assessore alla partita Francesco Pettignano: "I lavori di manutenzione sono terminati. Il problema è che durante un collaudo a caldo si è rotto un pezzo complementare che serve per il raffreddamento. Abbiamo quindi dovuto attendere la variazione di bilancio (approvata in Consiglio lunedì 30 luglio, ndr) per stanziare i fondi, circa 50mila euro, per comprare questo pezzo. Nel frattempo abbiamo lavorato all'autorizzazione al collaudo con la Provincia".
A domanda sulle tempistiche l'assessore non si è voluto sbilanciare. "Potrei dire fine anno ma questa vicenda è molto incerta perché il forno è estremamente vecchio e da un momento all'altro si può rompere un altro pezzo. A mio parere credo che la Giunta precedente abbia sbagliato: non avrebbe dovuto mettersi a sistemarlo perché è troppo vecchio bensì partire con il progetto per un nuovo forno". E su questo tema Pettignano aggiunge: "C'è una prima idea da parte nostra di un tempio della cremazione a Camerlata ma siamo in attesa che arrivi il nuovo dirigente di settore. Solo allora si potrà cominciare a ragionarci a pieno".
Rapinese all'attacco: "E' una vergogna"
Estremamente critico su questo argomento è il consigliere di minoranza Alessandro Rapinese che, senza giri di parole, afferma: "E' una vergogna. Il forno era una miniera d'oro, una buona opportunità di reddito per il Comune. Serviva semplicemente negli anni fare manutenzione ordinaria e invece l'anno fatto andare in malora. Da quando è chiuso il Comune ha perso almeno 700mila euro l'anno. Sembra che debbano costruire uno shuttel ma è solo un forno".
I disagi ai cittadini
Una situazione che non ricade solamente sulle casse comunali ma anche sui cittadini che, in caso di morte di una persona cara, sono costrette a rivolgersi ad altri forni per la cremazione: i più vicini Varese, Sondrio, Novara, ma qualcuno si affida anche a Chiasso, in Svizzera. Una cittadina comasca, Patrizia Selva, ci ha raccontato: "L'anno scorso ho perso il papà e l'agenzia funebre lo ha dovuto portare fino ad Alessandria per la cremazione. Le sue ceneri nell'urna sono tornate da noi dopo 3 giorni circa". Un'altra cittadina, Giuseppina Crivelli, ci ha spiegato: "Mia mamma è morta in Tremezzina ed è stata portata a Chiasso per la cremazione: ho speso circa 600 euro". Insomma i disagi ai cittadini comaschi non mancano. Da una parte infatti c'è spesso l'impossibilità di assistere alla cremazione del proprio caro perché in un forno troppo lontano mentre dall'altra c'è un esborso economico notevole".