Francesca Paini, Cavaliere al Merito della Repubblica: "Sono stupefatta"
L'onorificenza verrà consegnata alla diretta interessata il prossimo 2 giugno.
Un bellissimo riconoscimento quello che è stato attribuito alla comasca Francesca Paini: è Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Francesca Paini, Cavaliere al Merito della Repubblica
Il riconoscimento, attribuito su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato conferito dal Presidente della Repubblica lo scorso 27 dicembre 2019 ma effettivamente verrà consegnato alla diretta interessata nella giornata del 2 giugno 2020.
Francesca Paini è un volto notissimo della città di Como e non solo. 55 anni, mamma e volontaria instancabile. E' presidente di Fondazione Scalabrini che si adopera per ridare una casa a famiglie in difficoltà. Tra gli ultimi progetti “La casa dei bambini” acquistata, ristrutturata e messa a disposizione di famiglie che devono rimettersi in piedi, in ricordo dei quattro bimbi morti nella strage di via per San Fermo.
Ha creato la Cooperativa sociale Tikvà con cui lavora ad attività di welfare inclusivo. L’ultimo #bacomania per promuovere il ritorno della gelsibachicoltura sul Lario e produrre una filiera locale di seta comasca etica al 100%.
A Cartosio, paese di 700 abitanti sull’appennino alessandrino, ha dato il via a “Ri-Costituente: la Costituzione del 2050”. Un festival locale e un laboratorio itinerante aperto a tutti i ragazzi d’Italia per scrivere la Costituzione del 2050.
Le parole di Francesca
"Sono stupefatta. Da ciò che mi è accaduto. Dalle dimostrazioni di affetto e fiducia. Pazzesco, sono stupefatta da tante di quelle cose che non arrivo a dirle, io che ne ho sempre una da dire su tutto - scrive Francesca Paini dopo aver saputo dell'onorificenza - Sono davvero felice e onorata, ma tanto imbarazzata. Credo che la mia storia sia come quella di tantissimi, che -come e più di me- si spendono ogni giorno per cucire gli strappi del nostro paese. Il terzo settore ne è pieno, la cooperazione pienissima, ma anche fuori da questi mondi le storie esemplari non mancano. Credo peraltro che nel sociale nessun risultato sia MAI individuale: se c’è un campo in cui da soli non si batte chiodo è proprio questo. Credo che l’onorificenza che mi ha stupito sia un riconoscimento per una funzione che accomuna tantissimi. Vorrei che tutte le persone che hanno condiviso con me un pezzettino di strada scegliessero che parte del cavallo portarsi a casa".