La Guardia di Finanza di Lecco ha concluso una verifica fiscale e le connesse indagini di polizia giudiziaria nei confronti di una società che opera nel settore della logistica e del facchinaggio, smascherando un’articolata frode fiscale attuata tramite l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e finalizzata alla creazione di fittizi crediti IVA a favore di una società con sede a Lecco. Tra le persone denunciate un 40enne di Cantù.
Frode fiscale nelle coop
Attraverso l’utilizzo strumentale di società cooperative e un giro di fatture false pari a 7 milioni di Euro circa, che è andato avanti dal 2013 al 2017, la società ha potuto sottrarre all’Erario oltre 3 milioni di euro di IVA non versata, acquisendo appalti e commesse condizioni economiche vantaggiose per poi subappaltarle a cooperative, usate come “serbatoi di manodopera”. Le cooperative, che operavano per un massimo di due anni, avevano sede dichiarata, ma di fatto inesistente, a Milano, mentre erano attive nella città manzoniana, così da rendere più difficili i controlli da parte degli organi di controllo.
Nei guai anche un caturino
Tra le persone denunciate un 40enne di Cantù responsabile della frode ed altri quattro soggetti residenti nelle province di Brescia, Napoli e Salerno, ritenuti prestanomi di alcune delle cooperative che emettevano false fatture in favore della società lecchese. Nell’ambito di tale attività di polizia economico-finanziaria è stato poi eseguito un decreto di sequestro per equivalente finalizzato alla confisca fino alla concorrenza di 3 milioni di euro, emesso dal GIP del Tribunale di Lecco che ha portato al sequestro di immobili situati nella provincia di Como, liquidità presenti su numerosi rapporti bancari e quote societarie di imprese ubicate a Monza, Roma e Milano.
Il provvedimento ablativo peraltro, nei giorni scorsi, a seguito di ricorso, ha superato anche il vaglio del Tribunale del Riesame di Lecco. L’attività svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecco e coordinata alla locale Procura della Repubblica, ha permesso, inoltre, di denunciare 5 persone, ritenute a vario titolo responsabili dei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false, omessa dichiarazione e omesso versamento dell’IVA.