L'associazione Penta insieme al Movimento contro la violenza sulle donne
L'associazione Penta di Mariano ormai da cinque anni si sta occupando dei diritti delle donne.

Il presidente dell'Associazione Penta di Mariano, Rosaria Battaglia e l'avvocato penalista Mara Modica Amore, in vista dell'avvicinarsi del giorno dedicato alla donne, l'8 marzo, hanno voluto mandarci una riflessione sul tema. L'appello alle donne in difficoltà è quello di utilizzare lo sportello di ascolto in collaborazione con il Movimento contro la violenza sulle donne.
L'associazione Penta insieme al Movimento contro la violenza sulle donne
"Associazione Penta ormai da cinque anni si sta occupando dei diritti delle donne. Abbiamo proposto eventi nei comuni e nelle scuole del territorio e oggi lo facciamo anche via web attraverso uno sportello di ascolto in collaborazione con il Movimento contro la violenza sulle donne. Il movimento nasce per unire, da nord a sud, le donne vittime di qualsiasi sopruso e violenza. Il senso del Movimento è dato da un messaggio: non sentitevi più sole, da noi sarete credute! Penta è parte attiva nel movimento c. la v. sulle d. , attraverso la collaborazione tra la presidente Rosaria Battaglia e due socie l’avvocato penalista Mara Modica Amore e Tina Mazzoni. che si sono messe a disposizione di chi ha bisogno di conforto, confronto o una consulenza legale. Il movimento contro la violenza sulle donne è un gruppo numeroso di persone, in cui ogni donna vittima riesce a raccontarsi anche nell’assoluto anonimato e nell’assoluta privacy, dove può trovare spazio di accoglienza col cuore e ritrovare, forse, la voglia di proporsi per migliorare la propria esistenza, per non essere solo vittima ma diventare lei stessa sostegno per le altre. La donna che sceglie di iscriversi potrà raccontarsi e comparare la sua esperienza a quella delle altre, allo scopo di uscirne, in qualche modo, e per dire basta a un sistema in cui fatica a riconoscersi. All’interno del movimento contro la violenza sulle donne, ciascuna donna può inserirsi nella regione di appartenenza dove troverà donne come lei che si danno una mano nell’auto mutuo aiuto, oppure può essere ascoltata nel “gruppo di ascolto” pronto a sostenerle o, se necessario, indirizzale nelle strutture preposte sul territorio o per consulenze legali o psicologici presenti nel movimento. I numeri: il movimento contro la violenza sulle donne ha registrato ad oggi, da gennaio 2020, più di 2200 iscritte. I contatti sono frequenti e numerosi, tantissime le testimonianze drammatiche che coinvolgono donne di ogni età e ceto sociale, che subiscono maltrattamenti fisici, psicologici e economici. Donne senza diritti, calpestate in ogni senso da uomini, leggi, istituzioni. Chiediamo a tutte le donne che sentono di averne bisogno, di mettersi in contatto iscrivendosi al movimento contro la violenza sulle donne, (su facebook) anche in anonimato; viene garantita assoluta riservatezza, viene offerta la possibilità di porsi in dialogo con le altre donne per ricevere consigli e conforto e per non sentirsi sole ma, soprattutto, per assaporare il sentimento di essere ascoltate, accolte e credute".
I diritti delle donne oggi
"Quando si parla di lotte per il riconoscimento e la tutela dei diritti, di regola si riconduce a gruppi di persone che rappresentano la minoranza nella società (diritti delle persone omosessuali, i diritti delle minoranze etniche o religiose, i diritti delle persone diversamente abili e tanti altri ancora). Essendo numericamente meno, hanno meno rappresentatività e meno ascolto nella società. Come se i “diritti al vivere meglio” fosse legato solo al numero. Tuttavia il trattamento “sono una minoranza” non deve valere per i diritti delle donne, che in questo mondo e, sulla base degli ultimi dati dell’ONU, sulla terra rappresentano quasi il 50% della popolazione. Facendo un’analisi, nel mondo ci sono più uomini che donne: 3,64 mld donne contro 3,7 mld di uomini, per ogni 100 donne ci sono infatti 101,8 uomini . La maggior parte dei Paesi del mondo ha più donne che uomini (se non altro per il fatto che, in genere, le donne vivono più a lungo degli uomini). Lo squilibrio mondiale di genere esiste soprattutto a causa di due Paesi e delle loro politiche “eugenetiche”: la Cina e l’India, due regioni molto popolose, dove sono diffusi gli aborti selettivi e l’infanticidio delle neonate. La Cina ha quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l’India 43 milioni. Non sorprende dunque che nel 2013 gli uomini superassero in numero le donne di 58 milioni. Il fatto che ci siano più maschi che femmine è il risultato di vari fattori, di cui il principale è la discriminazione contro il genere femminile. In Italia, le donne sono presenti in una percentuale più elevata rispetto agli uomini, ad esempio ci sono 94.6 maschi ogni 100 femmine, un numero simile a quello che si riscontra in Francia e in Germania. In definitiva, dunque, possiamo dire che, se si riportassero i dati finora esaminati al mondo intero, c’è comunque un equilibrio, perché la percentuale complessiva del numero delle donne nel mondo è pressoché analoga a quella degli uomini e, quindi, per un mirabile meccanismo di compensazione, i numeri risulterebbero equamente ripartiti. Se dunque le donne, rappresentano addirittura la maggioranza a livello mondiale, com’è possibile che, pur essendo maggioranza, abbia bisogno di lottare, ancora oggi, per ottenere maggiore tutela e maggiori diritti? Com’è possibile che sia ancora poco rappresentata a livello istituzionale, industriale, manageriale? Non è difficile dare la risposta a questo quesito. E’ sufficiente pensare a chi ha detenuto e detiene il potere (politico, religioso, normativo, familiare, lavorativo): L’UOMO, inteso come genere maschile. La cultura patriarcale e maschilista, viva ancora oggi. E non si può parlare di diritti delle donne senza parlare di violenza. Ancora oggi si assiste all’assunzione di ruoli professionali importanti rivolti a soli uomini, vedasi in politica, nel settore manageriale, piloti di aerei, primari di ospedali e cliniche, stilisti, mentre vediamo sminuiti i ruoli femminili preposti sempre in posizioni inferiore rispetto all’uomo".
Quanti diritti ancora da raggiungere?
"Nel lavoro, stipendi, minacce, scambi sessuali per posto di lavoro, maternità protetta
nello sfruttamento sessuale, e di immagine
nelle leggi che la possano meglio tutelare e proteggere,
nella parità politica, e aziendale
nella parità di accesso a cariche pubbliche,
nella parità nello sport, e nell’arbitrariato
nel diritto a non vedersi portare via i figli
nella pubblicità conformante a stereotipi femminili.
Nelle discriminazioni vocali
L’8 marzo deve essere l’occasione per riflettere, per stimolarci a ragionamenti responsabili che necessariamente si scontreranno con le nostre abitudini. Le donne devono lottare, ogni giorno per vedersi attribuiti dei diritti basilari, il diritto a non essere violentate, uccise, maltrattate, private dei figli. Il diritto ad essere credute, ascoltate, accolte, protette (non perché inferiori , ma protette da chi vuole eliminarle)".