la ricorrenza

Giornata Internazionale dell'Infermiere: "Solo grazie, perché hanno reso e stanno rendendo possibile l’impossibile"

Il 12 maggio ogni anno si celebra questa figura professionale a cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dedicato il 2020.

Giornata Internazionale dell'Infermiere: "Solo grazie, perché hanno reso e stanno rendendo possibile l’impossibile"
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Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento con la Giornata Internazionale dell'Infermiere che in tutto il mondo viene celebrata il 12 maggio. Nel 1953 fu Dorothy Sutherland, un ufficiale del Dipartimento della salute, educazione e benessere degli Stati Uniti d'America, a proporre al presidente questa celebrazione ma ufficialmente il Consiglio Internazionale degli Infermieri la istituì solo nel 1965. Nel 1974 fu scelta la data del 12 maggio per celebrare l'anniversario della nascita di Florence Nightingale, la quale è considerata la fondatrice della moderna assistenza infermieristica.

Giornata Internazionale dell'Infermiere

Quest'anno, con l'emergenza coronavirus in atto, appare ancora più importante celebrare questa figura insostituibile per il  buon funzionamento di un ospedale ma soprattutto per la cura del paziente. Ma non solo. Si tratta di una data ancora più sentita quest’anno, visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica il 2020 proprio a questa professione, a 200 anni dalla nascita di Florence Nightingale.

Per la provincia di Como questo è anche l’ultimo anno di mandato del consiglio direttivo in carica e per lo straordinario allineamento di eventi, Opi Como avrebbe dovuto realizzare un convegno a Villa Olmo, per i propri infermieri e in un luogo simbolo della città, in presenza di autorevoli relatori.

L’emergenza coronavirus, però, ha inevitabilmente portato all’annullamento delle manifestazioni per celebrare il 12 maggio, come spiega il presidente di Opi Como, Dario Cremonesi: “Il Covid-19 ha sconvolto i piani che sono rapidamente mutati, interrompendo un orizzonte d’attesa e ponendo gli operatori sanitari in una lunga e insidiosa battaglia contro il coronavirus, nemico tanto aggressivo quanto ignoto. Senza avvisaglie e senza tempo, tutto è cambiato”.

CREDIT: Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli - PLV

"L’emergenza sanitaria è rapidamente diventata emergenza organizzativa"

Un’emergenza che porta con sé numerose riflessioni, come sottolinea il presidente.

“Tutto ciò che era pianificabile e affrontabile, tutto ciò che le diverse scienze concorrevano a risolvere, è diventato superabile e finanche superfluo, per rottura degli schemi che gli strumenti operativi, dalle linee guida alle procedure, permettevano di gestire al meglio. L’emergenza sanitaria è rapidamente diventata emergenza organizzativa ovunque e senza sconti, dalle aree critiche e intensive all’assistenza domiciliare, dagli ospedali alle RSA, dai pazienti cronici con più patologie, alle persone sane, dagli anziani ai più giovani. Nessuno escluso”.

Il sistema salute, a oggi, come spiega Cremonesi, ha funzionato grazie ai professionisti, e tra questi gli infermieri, i più numerosi e da sempre ritenuti i più vicini ai pazienti.

“Il sistema salute – aggiunge - ha funzionato grazie al quotidiano, incessante, ostinato senso di abnegazione di persone che hanno lavorato per la cura e per l’assistenza di pazienti soli e isolati dal mondo e dagli affetti, proiettati in un incubo da condividere solo con i propri operatori sanitari di riferimento, e tra questi, ancora e instancabilmente, gli infermieri. E’ stata affrontata la fase 1, l’ondata peggiore, in cui anche gli stessi professionisti sono passati dalla parte opposta della barricata, e tra questi purtroppo alcuni non ce l’hanno fatta. Il nostro sistema, ancora tra i migliori al mondo, ha subito un efferato attacco da parte di un nemico sconosciuto e ha fatto ricorso alle sue armi nutrite di scienza, di valori e di principi dell’esercizio professionale”.

Reparto Covid ospedale Valduce

Per il presidente per questo 12 maggio l’unico termine utile a celebrare la giornata internazionale dell’infermiere è “grazie”.

“Grazie a tutti gli infermieri che hanno reso e stanno rendendo possibile l’impossibile – spiega - al fianco di altrettanti professionisti con cui condividono sacrificio, fatica, sconfitte, senza divisioni professionali ma, al contrario, con unità di intenti e di azioni che in ogni momento riescono ad accrescere il numero delle persone guarite dal Covid-19. Grazie a tutti gli infermieri che lavorano negli ospedali, nelle RSA, sul territorio o che assistono i pazienti direttamente al domicilio”.

L’augurio per questa giornata insolitamente particolare è che, partendo da questa grave emergenza, le istituzioni restituiscano valore al proprio sistema sanitario, troppo sacrificato negli ultimi anni. Per Cremonesi deve essere riportata dignità concreta nella tutela dell’esercizio professionale, nella programmazione sanitaria e nella prevenzione, in modo che eventi di questa portata possano trovare i
professionisti predisposti ad agire con strumenti opportuni. Non ultimo andrà rivalutato il numero di risorse che andranno  adeguatamente retribuite per le responsabilità quotidianamente assunte.

Reparto Covid ospedale Valduce
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