I migranti fanno razzia di castagne e in Valtellina corrono ai ripari
I proprietari dei boschi mettono le mani avanti e s'appellano al Prefetto.
Autunno, tempo di castagne. Anche in Valtellina, naturalmente. Lo scorso anno era scoppiato un vero e proprio “caso”, perché gruppi di migranti erano stati accusati di far man bassa nei boschi per poi rivendere le castagne. E ora i proprietari dei boschi mettono le mani avanti e s’appellano al Prefetto.
Razzia di castagne stop
I centri di accoglienza per migranti sbarcati nel nostro Paese in attesa di ricevere o meno lo status di rifugiati sono sotto la lente da anni, ma in genere finiscono sotto la lente per via di un rapporto di convivenza non sempre facile col contesto nel quale sono calati.
In Valtellina lo scorso anno era emersa una variante polemica del tutto peculiare: gruppetti composti da tre o quattro migranti ogni mattina risalivano la strada provinciale della Valgerola e rientravano a sera con gli zaini pieni di castagne. Un continuo via vai dalla città ai boschi e viceversa.
Nuove regole in arrivo
Dopo la bufera scoppiata lo scorso autunno con i richiedenti asilo che venivano accusati di “rubare” le castagne nei boschi per poi rivenderle, quest’anno i migranti del Centro di accoglienza di Cosio Valtellino sono stati avvertiti precisamente sulle regole.
Come riporta GiornalediSondrio.it, i proprietari dei boschi hanno scritto al Prefetto e hanno pure donato ai migranti una “mappa” per capire la differenza fra aree private e quelle pubbliche. Buona raccolta, allora, ma va da sè in ogni caso che, in base al loro status, i migranti potrebbero anche far razzia di castagne con relativa scorpacciata, ma naturalmente senza rivenderle…
daniele.pirola@netweek.it