Il censimento degli scarichi nel Seveso si fa con il drone: maxi progetto di BrianzAcque, Gruppo CAP e Como Acqua
In circa un anno saranno mappati tutti gli scarichi nel fiume che attraversa le province di Como, Monza e Milano.
La tecnologia al servizio della sicurezza, della salute e dell’ambiente: si può fare e si può fare bene. È quello che si accinge a dimostrare il progetto “Seveso Stream”, mettendo in opera un censimento degli “scarichi” lungo il fiume Seveso attraverso le province di Milano, Monza e Brianza e Como tramite l’utilizzo di droni.
Il censimento degli scarichi nel Seveso si fa con il drone
A presentare il progetto da Palazzo Lombardia sono i protagonisti di una “squadra” composita, che vede collaborare istituzioni e aziende su diversi livelli: Regione Lombardia, Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo) e Fondazione Lombardia per l’Ambiente – promotori dell’accordo che ha avviato il progetto – insieme a BrianzAcque, Gruppo CAP e Como Acqua, presenti e attivi per il servizio idrico sui territori di Monza e Brianza, Milano e Como.
"Stiamo realizzando – ha sottolineato il Direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Fabrizio Piccarolo – un modello di integrazione operativa, tra soggetti e aziende diverse, finalizzato ad un intervento a vantaggio di ambiente, sicurezza e salute dei cittadini. È un modello che non a caso nasce qui in Lombardia, e che mette in luce la qualità dei soggetti che partecipano come anche la Regione, player di innovazione e sensibilità ambientale in un momento in cui c’è grande attenzione alla relazione tra ambiente, sicurezza e salute. A questa visione Fondazione Lombardia per l’Ambiente offre volentieri le proprie competenze e professionalità, per supportare e facilitare le scelte di policymaking delle Istituzioni. Il modello che nasce da questa collaborazione siamo certi possa costituire un riferimento prezioso da applicare anche su altre aste di fiumi in Lombardia".
"Questo progetto si inserisce in una ben più ampia attività amministrativa verso il fiume Seveso - è intervenuto l’assessore al Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia, Pietro Foroni - Siamo soliti ricordarci di lui quando esonda a Milano e provoca danni ma Regione Lombardia vi si è concentrata con una visione a 360 gradi per quel che riguarda la sicurezza da un lato e con Aipo abbiamo attivato eventi attesi da anni, dall'altro per quel che riguarda la pulizia delle acque Regione ha fatto un investimento di 100mila euro, di cui 60mila già investiti nel 2020 per il censimento degli scarichi. Si tratta di un grande sforzo per avere una mappatura più completa possibile della situazione. L'obiettivo finale è la valorizzazione del Seveso per fini paesaggistici e naturalistici e per farlo diventare un'attrattività per la zona e un'area di benessere di cui godere".
"Come Commissione Ambiente abbiamo fatto diverse audizioni sul tema del risanamento delle acque e stiamo spingendo con una risoluzione affinché Regione possa ampliare il progetto anche su altri fiumi lombardi come il Lambro che ha criticità simili a quelle del Seveso e che potrebbe, se recuperato e valorizzato, avere una funzione turistica e dare opportunità lavorative sul territorio - ha commentato Alessandro Corbetta, consigliere regionale e membro della VI Commissione permanente "Ambiente e protezione civile" - La Lombardia è in campo e sta investendo molto per mappare un sistema che in passato è stato un po' lasciato andare, quello degli scarichi; oggi stiamo cercando di risolvere situazioni che arrivano da lontano".
A entrare nel merito del progetto è stata Cornelia Di Finizio dell’Ufficio Progettazione Innovativa di BrianzAcque. "Tradizionalmente la mappatura si fa con gli stivali e i piedi nell'acqua e non è spesso semplice riuscire ad arrivare in tutte le aree da mappare - ha spiegato - Dal 2017 abbiamo sostituito l'operatore con il drone ed è nato Brianza Stream che ha portato vantaggi nella sicurezza degli operatori in primis. Il rilievo degli scarichi è passato da manuale a digitale: quando il drone identifica uno scarico si avvicina, fa riprese e delle foto e invia i dati che diventano fascicoli digitali. L'obiettivo è creare un catasto degli scarichi, affinché siano tutti organizzati. In Brianza ad esempio ne abbiamo registrati 680 scarichi in 15km, significa che la zona è fortemente antropizzata".
Per fine giugno verrà affidato l'incarico all'operatore esterno per il rilievo degli scarichi. "Contiamo 5/6 mesi per il rilievo e poi il tempo per l'elaborazione - ha aggiunto Di Finizio - Dovremmo terminare tra un anno circa ma ci sono alcune incognite come il verde d'estate che copre gli scarichi e la sensibilità al freddo del drone in inverno".
"Sono tre le chiavi di Volta di questo progetto - ha sottolineato Enrico Boerci, Presidente e AD BrianzAcque - L'innovazione, la squadra e la gestione pubblica del servizio idrico integrato che porta un servizio di qualità e attenzionato del territorio che ci trova a gestire. Questo progetto può rappresentare un modello virtuoso e può essere esportato anche fuori dai nostri confini regionali".
Gli ha fatto eco Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP: "Fino a qualche anno fa i confini amministrativi erano un grosso limite alle azioni sul nostro territorio. Oltre all'innovazione tecnologica, ci fa riflettere che le nostre aziende hanno da tempo deciso di abbattere i confini amministrativi. Cap e Brianzacque ad esempio hanno l'ufficio scarichi industriali comune. Un secondo valore aggiunto del progetto è una riflessione sui confini del servizio idrico: l'acqua non è solo acquedotto e fognatura. Quando si parla di gestione delle acque non può che essere a 360 gradi, dobbiamo essere sempre più supporter della gestione delle acque sul territorio e lo possiamo fare perché siamo aziende al 100% pubbliche. Il terzo elemento positivo è quello della tecnologia e il modo in cui può essere utile alla comunità".
Ha concluso il presidente di Como Acqua Enrico Pezzoli: "Tecnologia, ambiente e sinergia sono i tre grandi capisaldi di questo progetto. Sappiamo tutti quanto sia difficile abbandonare dei termini coniati come 'Fiume nero' per il Seveso. Siamo qui oggi per sfatare questo mito cercando di predisporre un ambiente più pulito per le prossime generazioni che dovranno poter godere di questa risorsa. Tutto questo parte oggi, anche grazie alla tecnologia messa in campo. Ci riteniamo custodi di questo bene prezioso che ha un'area vastissima".
Chiudendo la presentazione il Presidente della VI Commissione Ambiente e Protezione Civile del Consiglio regionale della Lombardia, Riccardo Pase ha spiegato: "Deve passare il concetto che è stato fatto tantissimo da quando si diceva che il Seveso era veleno liquido. La politica deve muoversi sulle istanze del territorio e il progetto di Brianza Stream deve allargarsi a tutti i fiumi del nostro territorio. Non possiamo guardare solo gli aspetti idrogeologici ma anche quelli ambientali, fondamentali per il nostro futuro. Uno scarico abusivo è un problema per noi oggi e per le generazioni future: le criticità devono diventare delle opportunità".