Il ciclismo piange Felice Gimondi: quella volta che sconfisse il cannibale Merckx a Como

Era il 1966. Allo stadio Sinigaglia c'era ancora il velodromo dove in quegli anni era fissato il traguardo del Giro di Lombardia.

Il ciclismo piange Felice Gimondi: quella volta che sconfisse il cannibale Merckx a Como
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Il ciclismo piange Felice Gimondi. Il campione bergamasco, colto da un malore, è morto ieri sera, 16 agosto, a Giardini Naxos in Sicilia, dove si trovava per un periodo di vacanza con la moglie. Nato a Sedrina il 29 settembre 1942, aveva 76 anni e viveva ad Almé.

Felice Gimondi e la vittoria su Merckx al Giro di Lombardia

La sua carriera parla per lui. È stato uno dei sette ciclisti ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri: Giro d'Italia (per tre volte, nel 1967, 1969 e 1976), Tour de France (nel 1965) e Vuelta a España (nel 1968). Si aggiudicò un campionato del mondo su strada nel 1973 e alcune classiche monumento: una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia.

E proprio a questa classica è legato il ricordo comasco di Gimondi. Gran parte della carriera del bergamasco è coincisa con quella del "cannibale" Eddy Merckx e il belga è considerato uno dei più grandi ciclisti al mondo. Eppure in occasione del Giro di Lombardia del 1966 l'italiano riuscì a battere nello sprint finale al velodromo dello stadio Sinigaglia di Como il cannibale.

Oggi purtroppo il velodromo non esiste più, abbattuto negli anni Ottanta per fare spazio a nuovi posti a sedere per i tifosi del calcio. Ieri Gimondi, uno dei simboli del ciclismo italiano, ci ha lasciato. Il ricordo di quel sorpasso finale però rimarrà per sempre.

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