Il concerto di 61 giovani musicisti si ferma per rompere il silenzio su Gaza
Enrico Cesana, con un groppo in gola, ha annunciato il toccante momento: pubblico in piedi e lungo applauso.

Rumore per rompere il silenzio su Gaza, per sensibilizzare e invocare lo stop alla guerra e alla devastazione: momento toccante a Olgiate Comasco.
La sensibilizzazione
Serata finale dello Stage estivo internazionale per giovani musicisti, domenica 27 luglio, nel cortile del Medioevo. Serata con un pensiero rumoroso dedicato alle vite calpestate a Gaza. In connessione con le molteplici iniziative di sensibilizzazione in atto nella scorsa serata sul territorio dell'Olgiatese e in provincia di Como, il concerto dei bravissimi 61 musicisti italiani, spagnoli e svizzeri - dagli 11 ai 21 anni di età - si è fermato alle 22, appunto per aderire alla proposta di fare rumore per rompere il silenzio su Gaza. Stop alla musica: pubblico in piedi, tra cui il vicesindaco Paola Vercellini e l'assessore Renato Spina, battendo a più non posso le mani, mentre i giovani musicisti hanno iniziato a fare rumore coi propri strumenti, a partire dai percussionisti. Poi un altro stop, per lasciare la scena al suono delle campane: monito per non restare indifferenti alla guerra.
Proposta subito accolta
Su proposta di Maria Rita Livio, ex sindaco e presidente dell'Università degli adulti, il "Corpo musicale olgiatese" (organizzatore dello Stage internazionale) ha aderito immediatamente al gesto di sensibilizzazione. Una pausa tanto rumorosa quanto commovente, annunciata con un groppo in gola da Enrico Cesana, segretario della banda olgiatese. Il concerto è ripreso con ragazze e ragazzi esibitisi in un brano del Dies Irae, scelta che ha messo l'accento sull'esigenza di urlare con forza lo strazio per la devastazione in atto a Gaza.
Le iniziative nella serata domenicale

Nella serata domenicale, infatti, iniziativa di sensibilizzazione alla basilica di Sant'Abbondio con don Michele Pitino e la partecipazione di Giorgio Rusconi, logista comasco di Medici Senza Frontiere, da poco rientrato dopo due mesi a Gaza. Proprio Rusconi ha ribadito la condizione di totale privazione e disumanità che sta distruggendo Gaza: "Ho sentito i miei colleghi, mi hanno detto che negli ultimi tre giorni sono morte più persone che negli ultimi tre mesi. Bambini morti di fame. A Gaza city il cibo manca, è entrato qualcosa dal sud, da Rafah. Secondo i miei colleghi questo cibo è entrato grazie a chi ha parlato, a chi ha tenuto alta l'attenzione su Gaza". Sul sagrato delle chiese di Lurate, Caccivio e Castello "Disertiamo il silenzio!": dalle 21.30 riflessione e preghiera, alle 22 il suono delle campane per rompere il silenzio sul genocidio a Gaza e chiedere la fine dei massacri del popolo palestinese e della Striscia di Gaza e invocare la fine di tutte le guerre.