Alessandro Bergamo in cucina con Cracco STORIE SOTTO L'ALBERO
Il Giornale di Cantù regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2019 sulle pagine del nostro settimanale.

MARIANOCOMENSE - «Fin da piccolo ho sempre sognato di fare il cuoco. Per me è una passione e, nonostante sia un lavoro molto complesso, non lo lascerei mai». Sono un manifesto d’amore le parole di Alessandro Bergamo, classe 1989, per la sua professione che, con sacrifici e dedizione, lo sta portando a entrare in contatto con alcuni degli chef più conosciuti al mondo. Il giovane marianese, dopo aver studiato tra Sondrio e Clusone, ha fatto varie esperienze in Italia (Venezia e Sicilia in particolare), poi per sette anni ha vissuto in Francia e per altri due ha lavorato al «Rizz» di Montreal.
Alessandro Bergamo in cucina con Cracco
Ora sta partecipando al prestigioso concorso «San Pellegrino Young Chef» che gli ha aperto le porte della cucina di Carlo Cracco, al fianco del quale sta lavorando in questi mesi. «Per me è una fortuna poter lavorare con lui. È una persona molto colta ma allo stesso tempo umile e disponibile. Lo definirei una gran bella scoperta». All’interno del concorso Cracco, come da regolamento, è il mentore di Alessandro mentre il suo coach è un altro top chef, Riccardo Camanini. A loro proverà a rubare qualche segreto per poi metterli in pratica il 21 settembre, a Milano, quando davanti a una giuria composta da esperti del settore, dovrà presentare diversi piatti che potranno spedirlo direttamente alla finale del «San Pellegrino Young Chef». Il concorso è diviso in 12 settori, l’Italia è stata inserita nel gruppo insieme ai Paesi dell’Est coi quali quindi dovrà dare battaglia per aggiudicarsi la vittoria. Per prima cosa però gli chef sono stati chiamati a presentare un piatto la cui foto è stata inserita sul sito del concorso.
Il piatto del concorso
Il marianese ha deciso di utilizzare il pollo e le patate, semplicità allo stato puro per esaltare ancora di più la sua bravura. «Con il piatto proposto vorrei esprimere a pieno la passione per il mio mestiere, intersecando l’abbraccio e il calore di un prodotto tradizionale e comune a tanti, alla tecnica, al sapere e alla passione che rappresentano la professione del cuoco. Il mio volere è quello di trasmettere quanto importante sia, ad oggi, preservare le nobili arti che permettono a un cuoco di trasformare elementi comuni e accessibili in un’ottima pietanza. Ho preparato un polletto, in differenti declinazioni, il petto croccante e la coscia fondente. Il polletto è accompagnato da una torta di patate confortevole, ricca come una ricetta del focolare e da un’insalata di puntarelle, fresca, croccante e divertente al palato. A chiudere e rilegare il tutto, un salsa di mais fresco e fermento, che esalti ogni singolo elemento mettendo in luce le proprietà senza utilizzare un fondo di carne, ma donando gusto e decisione in ugual modo, declinando maggiore leggerezza e differenti note gustative». Se la descrizione del suo piatto vi ha convinto, avete tempo fino al 17 ottobre per andare a votarlo sul sito di «San Pellegrino Young Chef ». «Da piccoli, quando ci si avvicina a questo lavoro, non si capisce bene a cosa si va incontro. Non è tutto uguale a quello che si vede nei vari programmi televisivi. Bisogna avere contatti coi clienti, i fornitori e il personale. Tutto questo mix rende la giornata lavorativa molto ampia e complessa, si deve fare i conti con tante pressioni. Eppure io adoro quello che faccio, non cambierei mai strada», conclude lo chef.
(Giornale di Cantù, 5 ottobre 2019)