Il caso

Investì sulla SS36 un giovane di Civate: "Lavori sociali? Troppa fatica. Meglio tornare in carcere"

Il 38enne aveva definito i ritmi della comunità troppo intensi: "non ci lasciano respirare, meglio la cella che tutto quel lavoro"

Investì sulla SS36 un giovane di Civate: "Lavori sociali? Troppa fatica. Meglio tornare in carcere"
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Un caso abbastanza bizzarro quello del 38enne brianzolo, pregiudicato per omicidio stradale e omissione di soccorso, che nel 2019 travolse e uccise il giovane civatese Chetra Sponsiello sulla Statale 36. L'uomo ha detto basta ai lavori socialmente utili, troppo faticosi a suo dire, per chiedere di tornare in carcere.

Investì sulla SS36 un giovane di Civate: "Lavori sociali? Troppa fatica. Meglio tornare in carcere"

I carabinieri della Stazione di Besana in Brianza hanno quindi arrestato il 38enne pregiudicato, come detto, per omicidio stradale e omissione di soccorso, ma anche per vari reati contro la persona, il patrimonio nonché per evasione e per resistenza a pubblico ufficiale.

L’uomo era collocato dal 21 novembre scorso in una comunità brianzola dove stava scontando la propria pena con la misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali in seguito a una condanna per omicidio stradale con fuga e omissione di soccorso per un grave incidente avvenuto nel mese di maggio 2019 sulla Statale 36 direzione Milano.

L'incidente era avvenuto all'altezza dell'uscita di Monza centro: nel sinistro morì un giovane di 22 anni di Civate, investito dopo che era sceso dall’auto per verificare i danni al proprio mezzo a seguito di un tamponamento.

"Ritmi troppo intensi"

Il 38enne aveva definito i ritmi della comunità troppo intensi: "non ci lasciano respirare, meglio la cella che tutto quel lavoro". Quindi ha pensato bene che in fondo era più confortevole scontare la pena in carcere anziché beneficiare dell’opportunità della vita in comunità. I carabinieri pertanto lo hanno prelevato dalla comunità e trasferito nella Casa circondariale di Monza dove sconterà la restante parte della pena.

Si tratta della seconda richiesta in pochi mesi. Il primo caso si era verificato nel gennaio scorso quando un 48enne brianzolo originario di Mariano Comense, affidato in prova ai servizi sociali a seguito di una condanna comminatagli per guida in stato d’ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti, aveva richiesto di tornare dietro le sbarre: "In carcere si fatica meno" aveva detto ai Carabinieri.

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