Invia il suo libro al papa e lui le risponde: "Prego per te"
Grazia Acquaviva ha trovato nella sua cassetta della posta una lettera che l’ha riempita di gioia. Era stata spedita dalla Segreteria di Stato del Vaticano.

Ha inviato a Papa Francesco una copia del suo libro «La fonte della resilienza» e, a distanza di due mesi contro ogni più rosea aspettativa, la scrittrice Grazia Acquaviva ha trovato nella sua cassetta della posta una lettera che l’ha riempita di gioia. Era stata spedita dalla Segreteria di Stato del Vaticano e conteneva i ringraziamenti del pontefice per l’omaggio ricevuto.
Invia il suo libro al papa e lui le risponde: "Prego per te"
«Nell’accogliere con animo riconoscente i sentimenti che hanno suggerito il premuroso gesto, Sua Santità rassicura un particolare ricordo nella preghiera e, mentre invoca su di Lei e sulle persone care la materna protezione della Beata Vergine Maria, di cuore imparte la Benedizione Apostolica, con l’augurio di ogni desiderato bene nel Signore». Sono queste le parole che Grazia Acquaviva ha dovuto rileggere più volte prima di realizzare che davvero il Santo Padre e il Vaticano avessero speso parte del prezioso tempo per risponderle. «Avevo già fatto recapitare copie dei miei cinque romanzi ai precedenti pontefici, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma non avevo ricevuto mai nessun riscontro dal Vaticano. Questa invece è già la seconda lettera che ricevo da Papa Francesco, la prima come ringraziamento per la copia del mio libro “Angelica e Rebecca” e quest’ultima per “La fonte della resilienza», commenta emozionata l’autrice, rivelando: «E’ segno della grande apertura del pontefice e della sua volontà di dare spazio e ascolto a tutti, dote che ho sempre ammirato di lui». La scrittrice tiene però a puntualizzare: «Ho deciso di rendere pubblica questa lettera non per innalzare il mio ego o per vantarmi, ma per dimostrare a tutti che non si deve mai smettere di sperare e di osare perché anche le cose più inaspettate possono capitare se non si smette di crederci». E ancora: «Questa lettera è ancora più significativa per una donna come me mossa dalla grande fede. Una fede che sta aumentando con gli anni e di fronte a tutte le tragedie che avvengono sulla Terra. La fede è infatti l’unico appiglio che ci permette di scalare le difficoltà e di non demordere».
«La fonte della resilienza»
Come già pubblicato su La Settimana, «La fonte della resilienza», quinta «fatica» letteraria di Acquaviva, è nato dal casuale ritrovamento del quadernetto su cui a 11 anni, in prima media, aveva iniziato a scrivere una storia, la stessa che, a distanza di quasi mezzo secolo, ha deciso di proseguire proprio da dove l’aveva interrotta da ragazzina. L’opera è il frutto di esperienze vissute sulla propria pelle e attraverso gli incontri «straordinari» che l’autrice ha avuto la fortuna di fare nel corso della sua vita: «Leggendolo a molti potrà sembrare una storia di fantasia e invece è il risultato di esperienze realmente vissute all’insegna della fede. Narra di un bambino che viene lasciato in convento dalla madre che, rimasta sola, non riesce a occuparsi di lui. Crescendo l’uomo finisce sulla strada del male ma, tramite Gesù e la sua vicinanza, riesce a ritrovare il bene e non solo. Il Signore gli indica infatti il luogo dove è nascosta una fonte di acqua miracolosa che può guarire le persone, più moralmente che fisicamente. Anche l’anima infatti ha bisogno spesso di essere curata».