La Diocesi dà vita a un Fondo per le famiglie in difficoltà per il Covid: "Sarà possibile chiedere aiuto nelle parrocchie"

La drammatica situazione in cui si trovano e si troveranno persone e famiglie per la perdita del lavoro a causa della crisi economica provocata dal coronavirus ha portato la Diocesi di Como a promuovere un'iniziativa, che si affianca ad altre, per esprimere concreta solidarietà a quanti hanno necessità di un aiuto tempestivo per affrontare situazioni di grave disagio. È nato così il “Il fondo di solidarietà famiglia lavoro 2020 In memoria di don Renato Lanzetti e di tutte le vittime del coronavirus”.

La Diocesi dà vita a un Fondo per le famiglie in difficoltà per il Covid

Nel darne l’annuncio con lettera del 1° maggio scorso il vescovo Oscar Cantoni affermava:

"Non si tratta di dar vita a un’agenzia per il lavoro, per la quale la Diocesi non ha competenza, ma di esprimere una vicinanza solidale per il tempo necessario alla ripresa di una normale occupazione lavorativa. Per questo è auspicabile la partecipazione attiva della realtà ecclesiale in tutte le sue espressioni... (...) Altrettanto indispensabile è il coinvolgimento delle istituzioni, realtà produttive, banche, associazioni di categoria, sindacati...".

A delineare più chiaramente quanto ha messo in campo la Diocesi di Como è don Gianpaolo Romano, presidente del Comitato di gestione del Fondo, che spiega: "Questa iniziativa nasce da lontano, nasce dall'esperienza del 2009 e da quella crisi economica con l'obiettivo di sostenere le persone in difficoltà e di inserire lavorativamente queste persone. Nasce, dopo quello che è accaduto in questi mesi, su precisa volontà del vescovo Oscar".

"Il Fondo si inserisce per dare una risposta a una problematica. E' significativo che sia in memoria di don Lanzetti, mancato a causa del Covid, e a tutte le vittime del coronavirus - prosegue don Gianpaolo - In loro memoria aiutiamo chi soffre le conseguenze dell'emergenza sanitaria. Il rischio è che nel ripartire qualcuno rimanga molto indietro. Questo è il rischio che più di tutto dobbiamo evitare. Questo fondo cerca di aggregare tante realtà. Non si tratta di dare semplicemente sostegno al reddito bensì alle persone con l'obiettivo che possano uscire presto da questa situazione. Quel poco che riusciamo a mettere insieme, diventa un tanto per tutti".

"Sarà possibile chiedere aiuto nelle parrocchie"

A spiegare più nel dettaglio gli obiettivi del Fondo è stato Roberto Bernasconi di Caritas: "La cosa bella è che di fronte a questa partita, persone di diversi ambiti hanno cominciato a lavorare insieme ognuno con le proprie caratteristiche. Questo virus ha portato problemi nella nostra società che non si possono risolvere separatamente. Non è solo distribuire beni, bensì adottare le famiglie in difficoltà e farle sentire parte della comunità che si sta muovendo per loro. Una persona che perde il lavoro o la casa si isola. C'è chi in un periodo normale ce la faceva ma che ora è costretto a chiedere aiuto. Un grosso aiuto di 100mila euro della Diocesi insieme ad altri 100mila euro donati da tutti coloro che hanno voluto partecipare ci permettono di avere una base per partire".

Acli sarà in prima linea per l'organizzazione operativa: "Avremo operatori diffusi nelle parrocchie o in centri di ascolto abilitati a raccogliere domande da parte delle persone che possono accedere al Fondo. C'è poi un passaggio intermedio nei vicariati che a loro volta invieranno la proposta al Fondo che la valuterà e in caso erogherà quanto serve per aiutare chi ha fatto richiesta".

I requisiti per fare domanda: essere residente nella Diocesi, avere subito una considerevole decurtazione del proprio reddito familiare a causa del Covid, avere una situazione familiare complessa e avere la propensione a voler tornare al più presto al lavoro.