La mafia a Mariano. Alessandra Dolci racconta le indagini

Sala civica gremita per guardare in faccia la 'ndrangheta.

La mafia a Mariano. Alessandra Dolci racconta le indagini
Pubblicato:
Aggiornato:

La mafia a Mariano. Il sostituto procuratore Alessandra Dolci venerdì sera ha raccontata le indagini svolte in città.

La mafia a Mariano. Alessandra Dolci racconta le indagini

«La sicurezza di un territorio non la si fa combattendo solo la microcriminalità, il vero cancro del Nord sono le mafie».
L’associazione «Penta» di Mariano Comense ha proposto una serata di confronto sul tema della presenza delle mafie locali al Nord. L’appuntamento è stato per venerdì 26 maggio, alle 20.30, alla sala civica di piazza Roma.
Si sono passati la parola per l’occasione Pino Masciari divenuto testimone di giustizia, Alessandra Dolci, sostituto procuratore di Milano e Stefano Tosetti, responsabile di Libera Como. Ha moderato il giornalista del Giornale di Cantù, Alessandro De Servi.

28 arresti

«28 arresti. Smantellato il Locale di Mariano». La ’ndrangheta è sulla bocca di tutti. Era febbraio 2016.  Non era la prima volta che Mariano si trovava faccia a faccia con una criminalità organizzata. Questa era rimasta per troppo tempo sommersa nelle coscienze. Ma 28 arresti sono numeri che lasciano il segno. Si inizia a dare nome e cognome a chi lavora nell’ombra.
Sembrerebbe una crociata infinita quella contro la ’ndrangheta. Lo dicono i nomi scelti dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano per connotare le maxi inchieste che in Brianza negli ultimi anni.

Le operazioni antimafia

Del 2008 è «Tenacia». Nel 2010 scatta invece «Infinito» in cui si chiarisce il ruolo di Salvatore Muscatello, il boss ultra-ottantenne che tirava le fila dalla sua casa al Pollirolo a Mariano Comense. Sono gli anni del famoso summit dei 16 Locali a Paderno Dugnano nel 2009. In quella occasione la ’ndrangheta si dà una gerarchia territoriale. Poi nel 2012 parte «Ulisse». Viene passata al setaccio la cosca dei Cristello e i traffici tra Seregno e Giussano. Intanto gli inquirenti con «Insubria» nel 2014, grazie a un numero impressionante di intercettazioni, documentano i rituali tipici della mafia calabrese. Si va dal conferimento delle doti, quali la Santa e il Vangelo, fino alle occasioni dei battesimi, per fidelizzare i membri. In questo caso specifico, delle tre locali di Cermenate, Fino Mornasco e Caloziocorte.
Sempre nel 2014 le indagini nell’ambito di «Quadrifoglio» portano alla decapitazione della cosca dei Galati con base a Cabiate.  Il rapporto connivente tra mafia e imprenditori è sotto gli occhi di tutti. Il colpo inferto è letale.

Crociata

Mariano torna invece alla ribalta nel 2016 con «Crociata»: la città è centro nevralgico dello spaccio di droga tra il sud e il nord Europa, un mercato tenuto in piedi con minacce ed estorsioni soprattutto a danno dei piccoli commercianti. E in tutto questo il treno di Expò è un catalizzatore potentissimo per la mafia.

L'intervento di Alessandra Dolci sul giornale del 3 giugno.

 

Laura Mosca

Seguici sui nostri canali