La nuova sala tinto stamperia del Museo della Seta firmata IED Como FOTO

Il progetto prevede la ricollocazione e la valorizzazione degli oggetti storici contenuti nella sala.

La nuova sala tinto stamperia del Museo della Seta firmata IED Como FOTO
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Sono stati i ragazzi di una classe dello IED Como a progettare il nuovo volto della sala tinto stamperia del Museo della Seta di Como. Il progetto, sviluppato all'interno del corso di Museologia della scuola di Restauro e Conservazione dei Beni Culturali, si è posto come obiettivo quello di ridefinire degli spazi espositivi della sala, senza modificarne le architetture ma operando solo con duttile fantasia e creatività. Un'altra novità per la realtà museale, che dovrebbe realizzarsi entro la fine dell'anno, dopo la creazione della sala bachi.

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Estremamente soddisfatto di questa collaborazione il direttore del Museo, Paolo Aquilini, che ha sottolineato l'importanza di "continuare a cambiare e migliorare la proposta museale". Ed in particolare "la sala tinto stamperia è uno dei punti forti del Museo e quindi vogliamo raccontare al meglio le macchine e il lavoro attraverso l'aiuto dei ragazzi dello IED".

In questo contesto si è inserito l'architetto e docente dello IED Como Fabio Fornasari che ha sottolineato in questi progetti "l'importanza di agganciare la cultura del luogo dove si interviene. Per questo motivo le ragazze che hanno seguito il progetto hanno studiato il contenuto del Museo e degli archivi, con l'obiettivo di animare lo spazio con ciò che rende ricco il Museo".

museo della seta, ied como
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museo della seta, ied como
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Il progetto

E le studentesse del quarto anno del corso di restauro, per proporre un progetto all'altezza della richiesta del Museo e dei visitatori, hanno cercato proprio di mettersi nei panni di chi visita la struttura. Infatti fondamentale sono due le tipologie di visitatori: l'esperto del settore e il turista che si avvicina per la prima volta al mondo della tessitura. Il percorso espositivo doveva essere in grado di rispondere a entrambe le esigenze.

"Ciò che desideriamo è creare una relazione tra il visitatore e gli oggetti esposti, ridandogli vita e riportando chi osserva indietro nel tempo, al centro dell'attività di produzione della seta - hanno spiegato le studentesse parlando del progetto - Abbiamo ricollocato gli oggetti a seconda della tecnica di stampa e in ordine cronologico.

Ci siamo ispirate alle "Wunderkammer", ovverostanze delle meraviglie che, intorno al XVI fino al XVIII secolo, i collezionisti utilizzavano per conservare raccolte di oggetti straordinari. Per creare l'effetto "a sorpresa" abbiamo pensato di inserire una "Iconostasi" a rete su cui verranno appese delle Planche e delle fotografie che dividono la sala a metà facendo intravedere, però, ciò che è custodito al di là.

Per rivalorizzare i macchinari nelle proprie parti e per contestualizzarli abbiamo pensato di creare dei supporti a "L", rialzati, con delle gigantografie di immagini e fotografie originali dell'epoca. Il visitatore diventa il protagonista della scena grazie anche all'ausilio di suoni e rumori caratteristici della produzione e lavorazione della seta..

Infine il colore e le fantasie delle stampe sono parte integrante di questa valorizzazione; dai macchinari, infatti, scivoleranno a terra e sulle pareti drappeggi e tessuti colorati per mantenere questa relazione instauratasi tra oggetto e osservatore".

La sala SFELAB

I ragazzi inoltre hanno avuto la possibilità di dare nuova vita ad un vecchio magazzino, trasformandolo nella "Sala SFELAB", al centro della quale sarà posizionato il tavolo interattivo e su due delle quattro pareti verranno espostele Planche divise per tipologia, provenienza e in ordine cronologico. Verrà raccontata la loro storia e l'impiego nella stampa da tablet esplicativi collocati al di sotto delle tavole di legno.

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