La Pasqua ai tempi del Coronavirus a Olgiate L'EDITORIALE DI DON MARCO FOLLADORI
La riflessione di don Marco Folladori, parroco della parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano.

In occasione della Pasqua, don Marco Folladori, parroco della parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano, ha scritto un editoriale per il Giornale di Olgiate. Lo pubblichiamo integralmente anche per i lettori di Primacomo.it.
Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello...
"Mai come quest’anno abbiamo sentito attuali queste parole della liturgia del giorno di Pasqua. Stiamo assistendo, infatti, a un duello combattuto senza esclusione di colpi: da una parte un microscopico virus dal nome, tutto sommato, gentile e persino regale, “coronavirus”; dall’altra un’alleanza inedita tra scienziati, politici, medici, infermieri, e volontari di ogni tipo. Il primo - non c’è dubbio - rappresenta la morte; coloro che lo contrastano, la vita. E le armi usate sono molto sofisticate, sia da una parte che dall’altra. Il virus combatte in modo subdolo, diffondendosi silenziosamente e attaccando specialmente le persone più deboli e più fragili. Gli altri tentano, anzitutto, di resistere, suggerendo i mezzi più opportuni per un’adeguata difesa; e poi si stanno organizzando per un eventuale contrattacco su larga scala, moltiplicando gli studi e gli esperimenti. A stare ai “bollettini di guerra” diffusi giornalmente alle 18, non c’è dubbio che stia prevalendo coronavirus: numeri che dicono paure, sofferenze e morti in continua crescita oramai in ogni parte del mondo. Se, però, si guardano le cose un po’ più in profondità, ci si accorge di alcuni bei colpi assestati anche dai difensori della vita: aumentano i guariti, si stanno trovando rimedi via via più efficaci, soprattutto emergono un po’ dovunque atteggiamenti di abnegazione e di fraternità mai visti prima.
Insomma, un duello ancora in pieno svolgimento e dall’esito incerto.
In questa situazione irrompe la Pasqua. Abbiamo vissuto la Quaresima e i suoi temi tradizionali come non era mai capitato prima: il deserto della solitudine, il silenzio, l’esperienza della fragilità, il tempo prolungato per pensare e riflettere… Siamo stati costretti a farlo; siamo stati costretti tutti, credenti e non credenti.
Ora, però, è Pasqua ed è giunto il momento di leggere anche il seguito di quelle parole della liturgia da cui è partita questa riflessione: “…Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.”
Ecco il grande messaggio della Pasqua, valido per tutti: non abbiate paura; anche se le forze della morte sembrano prevalere, non è così; non abbiate paura, perché la vita è più forte della morte e ha già diffuso i suoi semi dappertutto.
In questi giorni, con l’aiuto del Vangelo, abbiamo l’opportunità di contemplare, ancora una volta, la tomba di Cristo vuota e di ascoltare con stupore quelle parole inaspettate e inaudite che hanno sentito le donne una mattina di quasi duemila anni fa: “È risorto, non è qui”. Facciamolo con calma, anche se ancora rinchiusi nelle nostre case: è il modo migliore per superare questo momento tragico e per incamminarci, insieme e pieni di speranza, verso una nuova vita".