La stalla digitale di Martina STORIE SOTTO L'ALBERO
Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2018 sulle pagine del nostro settimanale.
(Solbiate) Cow girl digitale: Martina Vicini, 23 anni, è il perfetto esempio di come sogni e sacrifici vadano a braccetto, seguendo la strada delle nuove tecnologie. Fino al punto di salvare l’azienda agricola di famiglia, garantendole continuità.
La stalla digitale di Martina STORIE SOTTO L'ALBERO
Martina si divide tra i libri e la stalla. Studentessa all’università degli Studi a Milano (facoltà di Scienze e tecnologie agrarie) e 120 vacche da seguire nell’azienda di famiglia in via Volta, a Concagno. Studia e lavora sette giorni su sette: sveglia alle 7.30, colazione con latte appena munto, maniche rimboccate tra i capi di bestiame sino alle 10, poi due ore di studio. Dopo la pausa pranzo, dalle 14 alle 16 ancora sui libri. Infine, il lavoro fino alle 19.
Con Martina sgobbano mamma Antonella Bernasconi, 58 anni, e un dipendente che cura i terreni dell’azienda coltivati a mais, loietto e utili anche per la fienagione. Di più: Martina, dopo la scomparsa di papà Vittorio, nel 2011, non si è arresa. All’età di soli 16 anni non è rimasta con le mani in mano. Ha scelto di credere nell’attività cui tanti sforzi aveva dedicato suo padre. Forza di volontà, lo sguardo lungo orientato alle nuove tecnologie e una sfida affrontata con coraggio: l’automatizzazione della stalla.
"Quando ho iniziato a lavorare in stalla avevo 16 anni - racconta Martina Vicini - Appena diplomata alla scuola di Minoprio ho deciso di restare nell’azienda di famiglia. Mi occupo della gestione della stalla. Abbiamo 120 vacche, razza frisona. Con la coltivazione dei nostri terreni riusciamo a essere autosufficienti nella produzione per alimentare il bestiame. Tutto a chilometro zero. La scelta di automatizzare la stalla non è stata semplice: abbiamo introdotto un robot: un braccio meccanico per la mungitura delle vacche da latte a orari prestabiliti".
Impegno economico non indifferente. Ma la sfida è stata vinta. "Parliamo di un macchinario che ha un costo di circa 150.000 euro - continua la giovane allevatrice - Ma poi va considerato anche il tagliando necessario ogni tre mesi: arriva un tecnico per il controllo del braccio meccanico. Spesa importante, è stato fondamentale l’ottenimento di contributi dalla Regione". Proprio grazie alla tecnologia, Martina non lascia mai sole le sue bestie. Stalla controllata anche a distanza tramite un’app. "Grazie all’applicazione, dal telefono posso controllare la situazione nella stalla, anche quando sono impegnata in università. Seguo e verifico i parametri, le reazioni delle vacche, che sul collo hanno un chip attraverso il quale leggere le informazioni necessarie".
Meno lavoro fisico, ricorrendo alle potenzialità del digitale. La direzione, per il futuro, sarà sempre più in quest’ottica. "Il prossimo passo? Modernizzare ulteriormente la stalla. per essere più autonomi. Pensiamo di dotarci di un nuovo macchinario, per l’alimentazione automatica degli animali. Lo produce una ditta olandese e attendiamo che venga rodato al meglio".
(giornale di Olgiate sabato 6 ottobre 2018)