L'intervista

La storia di Grazia: il riscatto dopo aver perso il lavoro

"Avevo perso il lavoro come ausiliaria in ospedale a Cantù. Inizialmente ero demoralizzata, avevo una sensazione di rassegnazione, più che altro per la mia età, temevo difficoltà nel trovare un altro lavoro"

La storia di Grazia: il riscatto dopo aver perso il lavoro
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Reinserirsi velocemente nel mondo del lavoro, a un’età in cui non è sempre semplice reinventarsi o essere “spendibili” nelle aziende del territorio. Ma la storia di Grazia Cassese, 55 anni di Vighizzolo, è una bella storia a lieto fine.

Una storia che, grazie all’interessamento del SIL-Servizio Inserimenti Lavorativi dell’Azienda Speciale Consortile Galliano di Cantù, ha consentito a un’ex ausiliaria dell’ospedale Sant'Antonio di ritrovare un posto di lavoro come receptionist e addetta al controllo alla Ibs Moulding di Novedrate, che produce materiali in plastica destinati all’industria farmaceutica. Un lavoro all’apparenza molto diverso, ma che aveva delle caratteristiche simili al suo precedente impiego.

L'approdo nella nuova azienda

È Massimo Scali, operatore del Sil - servizio di orientamento, accompagnamento lavorativo, supporto e integrazione socio-lavorativa offerto a persone in svantaggio, disabili e/o appartenenti alle fasce deboli della popolazione che agisce nell’ambito territoriale di Cantù su 8 Comuni (Cantù, Capiago Intimiano, Carimate, Cermenate, Cucciago, Figino Serenza, Novedrate e Senna Comasco) – a spiegarci il caso specifico.

"Grazia, dopo l’avvio della Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego/indennità di disoccupazione) al termine del suo precedente rapporto di lavoro, è stata presa in carico dal nostro servizio".

Come avviene in questi casi, si sono incrociate due esigenze, ossia quella della candidata lavoratrice e quella di una azienda che stava cercando personale da assumere:

"Si tratta di una ditta che si stava trasferendo nel nostro territorio. Li abbiamo conosciuti e avevano bisogno, per soddisfare gli obblighi della legge 68/99, di una persona iscritta alle liste del Collocamento Mirato e Grazia faceva al caso loro. Così Grazia lavora sia in appoggio alla produzione, che in reception per l’accoglienza dei clienti. Serviva un profilo adeguato a questa mansione e lei lo è: sebbene in un altro ambito, è stata abituata a confrontarsi con le persone, un aspetto che la ditta ha apprezzato. Capita di imbattersi in pregiudizi, legati alle categorie protette, ma non è stato questo il caso: se dopo la prova Grazia può raccontare una storia a lieto fine, significa che l’azienda è riuscita a dare valore alle sue competenze".

L'opportunità

Grazia ha firmato un contratto a tempo determinato di un anno, periodo nel quale dovrà dimostrare la sua affidabilità. La sua storia è particolare:

"Avevo perso il lavoro come ausiliaria in ospedale a Cantù. Inizialmente ero demoralizzata, avevo una sensazione di rassegnazione, più che altro per la mia età, temevo difficoltà nel trovare un altro lavoro".

Ma Grazia si è rivolta al Sil di Cantù:

"Ero in Naspi da maggio, ho cercato il loro supporto e, dopo un breve percorso, ad agosto è emersa questa possibilità: ho svolto il colloquio di selezione presso la ditta e poco dopo ho firmato il contratto. Mi ero preparata bene: con l’aiuto del SIL ho preparato un curriculum e ho capito come presentarmi durante i colloqui".

I benefici, non solo economici, sono stati immediati:

"Mi sono rimessa in gioco ed è stata una bella esperienza. Questo lavoro mi sta regalando grandi soddisfazioni personali. Sono a contatto con il titolare, con i colleghi, c’è un buon rapporto con tutti e credo ci sia soddisfazione rispetto al mio inserimento".

Grazia ora è piena di fiducia:

"Ci sono giorni in cui la schiena fa più male, ma c’è molta collaborazione con le colleghe. I pesi non li sollevo e questo per me è importantissimo. Il gioco di squadra è fondamentale, come quando lavoravo in ospedale a contatto con i pazienti: come ausiliaria non potevo fare molti sforzi, ma affiancando i colleghi e sempre con il sorriso ho creato buoni rapporti con pazienti, infermieri e medici, era necessario saper comunicare correttamente. Un’esperienza che mi sta servendo anche ora".

La sua è una testimonianza importante, improntata sulla speranza. Non tutto si chiude dopo un licenziamento:

"L’esperienza ha un peso. Nel mio caso, il SIL è stato fondamentale, perché c’è stato anche un supporto morale. Si cade in un baratro, si pensa di non farcela più, ma se si chiede aiuto, tutto può essere superato. Bisogna informarsi, ci sono servizi importanti sul territorio, che si rivolgono direttamente alle persone e sono gratuiti".

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