Tribunale

“L’ha colpita con il coltello” puntando al cuore: Cherrah condannato a dieci anni

Le motivazioni della sentenza del Gup Colella

“L’ha colpita con il coltello” puntando al cuore: Cherrah condannato a dieci anni

La terribile aggressione era stata compiuta dall’uomo il 9 dicembre 2024 al parcheggio del Carrefour di Giussano ai danni dell’ex fidanzata

Ripercorse le fasi di quanto avvenuto al centro commerciale

“Ha tentato di strangolarla prima a mani nude e poi con un caricabatterie del cellulare; l’ha quindi scaraventata a terra e percossa con una violenza tale da farle perdere i sensi e l’ha infine colpita con il coltello sul lato sinistro della schiena”.
Nel Tribunale di Monza il Gup Angela Colella, nelle motivazioni della sentenza di condanna a 10 anni con il rito abbreviato per tentato omicidio a Said Cherrah, marocchino 27enne, ripercorre le fasi della terribile aggressione compiuta dall’uomo il 9 dicembre 2024 al parcheggio del Carrefour di Giussano ai danni dell’ex fidanzata, una 25enne già aggredita a novembre 2023 con l’acido, a Erba, e accoltellata in Brianza un anno dopo, quando Cherrah aveva approfittato di un permesso dagli arresti domiciliari.

Un colpo “potenzialmente mortale”

A Giussano la 25enne erbese è stata colpita “con violenza, a distanza ravvicinata, e con un grosso coltello, vicino al rene”. Non si è trattato di un colpo superficiale, tanto che “la persona offesa aveva dovuto estrarre con le proprie mani la lama, che le era rimasta conficcata nella carne”, scrive il gip. Un colpo “potenzialmente mortale”. Il giudice, per ribadire l’intenzione di uccidere dell’imputato, ha ricordato l’episodio dell’udienza celebrata a Como (in occasione della condanna per l’episodio dell’acido) il nove gennaio 2025, quando “ha nuovamente minacciato di morte la persona offesa – giunta in aula in sedia a rotelle – e ha esternato il proprio dispiacere per non averla uccisa”.

Cherrah non ha mai riconosciuto il disvalore di quanto compiuto

La morte dell’ex fidanzata sarebbe stata “scongiurata” unicamente dall’intervento di un testimone che l’ha fatta salire in macchina portandola all’interno del centro commerciale, dove in farmacia le sono state prestate le prime cure. Nella sentenza viene sottolineata la circostanza per cui l’imputato “non ha in alcun modo dimostrato di aver operato una revisione critica della propria condotta, di cui non ha minimamente riconosciuto il disvalore. Nessuna offerta risarcitoria è stata avanzata e nessuna dichiarazione di scuse è pervenuta da parte sua. Neppure la precedente vicenda processuale ha esercitato alcun effetto dissuasivo nei confronti dell’imputato, che non ha certo ripagato l’apertura di credito accordatagli dal tribunale di Como con la concessione degli arresti domiciliari”.