Manutenzione, certificazioni, servizi e mense: come stanno le scuole comasche? LA CLASSIFICA
La provincia di Como potrebbe fare decisamente meglio...
Scuole lombarde in chiaroscuro, tra vetustà degli edifici e carenza delle certificazioni da una parte e dall’altra stanziamento di fondi sopra la media nazionale per manutenzione e messa in sicurezza e per i progetti educativi. E’ stato presentato stamattina l’annuale rapporto di Legambiente Ecosistema Scuola che fotografa lo stato di salute delle scuole italiane prendendo in considerazione le caratteristiche strutturali, il tasso di innovazione e gli indicatori di qualità sia degli edifici che dei servizi? Molto male le scuole comasche che si sono piazzate solo 66esime in classifica.
La posizione della scuole comasche
In Lombardia i Comuni che partecipano all’indagine ed entrano in graduatoria sono: Bergamo (3º), Brescia (11º), Sondrio (16º), Cremona (22º), Varese (26º), Milano (27º), Mantova (28º), Lecco (29º), seguiti da Pavia (41º), Monza (49º) e Como (66º). Lodi è l’unico Comune lombardo a non aver inviato il questionario.
Studenti giovani, ma scuole… vecchie
Uno dei dati più rilevanti che emerge riguarda la datazione degli edifici scolastici lombardi: il 79,6% è stato costruito prima del 1974, contro il 63,6% del dato medio nazionale, e solo l’1,0% dopo il 2001. Non brillante l’attività di verifica di vulnerabilità sismica, eseguita sul 25,8% degli edifici a fronte di una media nazionale del 32,9%. Circa la stessa percentuale – 25,3% – ha beneficiato di indagini diagnostiche dei solai (20,7 % nazionale) con un 4,5% in cui si è intervenuti per la messa in sicurezza. Bergamo è la città dove su tutti gliedifici è stata fatta la verifica di vulnerabilità sismica; Lecco, Mantova e Sondrio hanno invece effettuato le indagini sui solai di tutte le scuole.
Serve la manutenzione
“La principale grande opera di cui abbiamo bisogno è la riqualificazione edilizia delle scuole – dichiara Simona Colombo, direttrice di Legambiente Lombardia -. E’ necessario orientare i finanziamenti e la programmazione verso obiettivi strutturali come nuove scuole e azioni di riqualificazione per adeguamento sismico ed efficientamento energetico per il patrimonio esistente. Supportando i Comuni che non riescono in maniera reattiva ed efficiente a spendere le risorse, che ci sono, per le manutenzioni ordinarie e straordinarie. Troppi edifici sono insicuri, sprecano energia e sono poco adatti ad ospitare studenti, insegnanti e lavoratori: la sicurezza e la salute devono essere al primo posto per tutti coloro che hanno responsabilità politiche e amministrative".
Il caso di Erba
“C’è amianto a scuola”. E’ bastato che rimbalzasse questa notizia tra i genitori per scatenare il panico al “Puecher” di Erba. Tutto è successo ad inizio ottobre. Da qualche giorno alla scuola media erano in corso le opere di sostituzione della caldaia, il cui impianto, a seguito di un controllo, è risultato non essere più a norma. Per lungaggini burocratiche e di appalto i lavori sono partiti un po’ in ritardo rispetto alla necessità di accendere i caloriferi alla metà di ottobre. Così, quando l’azienda che stava effettuando i lavori ha trovato del materiale sospetto intorno alla canna fumaria, il Comune ha fatto prelevare con urgenza un campione da mandare ad analizzare in un laboratorio di Cantù e i risultati hanno subito parlato chiaro: si trattava di amianto.
Poche energie verdi
Meno di uno su dieci utilizza energie rinnovabili (18,2% il dato nazionale). La produzione di energia da rinnovabili però copre ben il 71% dei consumi degli edifici scolastici in cui sono presenti impianti. Sondrio è la città con la maggiore percentuale di edifici con solare termico, Bergamo con fotovoltaico. Relativamente al rischio ambientale l’81,8 dei Comuni lombardi ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto rilevando nel 10,4% degli edifici casi certificati di presenza amianto e nel 2,7% casi sospetti; il 6,1% degli edifici ha ricevuto azioni di bonifica.
Male sullo scuolabus, bene sul pedibus
Luci e ombre invece rispetto alla mobilità casa-scuola: solo il 7,6% degli edifici scolastici sono serviti da scuolabus (22,9% la media nazionale); quasi assenti le linee scolastiche. Sopra la media i dati riferiti agli edifici coinvolti nel servizio di pedibus (7% contro il 5,3%) e raggiungibili in bicicletta grazie alla presenza di piste ciclabili. Como e Lecco le città che non contemplano lo scuolabus, mentre le scuole di Bergamo sono le più raggiungibili in bicicletta.