Medico in pensione si iscrive all'università STORIE SOTTO L’OMBRELLONE

Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2019 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.

Medico in pensione si iscrive all'università STORIE SOTTO L’OMBRELLONE
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Il telefono squilla, la porta della redazione si apre, domande e segnalazioni si rincorrono, al centro dell’attenzione sempre la stessa persona: Gregorio Pecco, medico di base arrivato al traguardo della pensione.

Medico in pensione si iscrive all'università

Un dottore col sorriso, il nome che rimanda a un mito del cinema hollywoodiano, la barba bianca a incorniciare un volto affabile per ognuno dei suoi 1.490 assistititi. Che ha salutato alla fine di giugno, quando ha cessato il servizio nell’ambulatorio di via Vecchie Scuderie. Pecco, 69 anni (ne compirà 70 nel mese di dicembre), laurea in Medicina conseguita nel 1978, residente a Olgiate Comasco, sposato, due figlie, appassionato di caccia con i suoi setter irlandesi e inglesi, è specialista in dermatologia. E per lui il pensionamento non significa riposo assoluto ma voglia di rimettersi in gioco: perché non si finisce mai di imparare, fino al punto di progettare l’iscrizione all’università, per conseguire una nuova laurea in Chirurgia dermatologica. "Mi iscriverò, sempre che mi prendano, data l’età. Imparare cose nuove è il miglior metodo per restare allenati", chiarisce Pecco.

L'entusiasmo di sempre

L’entusiasmo è lo stesso di quando, a 16 anni, si rimboccava le maniche come barelliere per la Croce rossa, a Como. "Dopo la laurea in Medicina, la specializzazione in Dermatologia e un periodo di formazione in ospedale a Gravedona - racconta il medico olgiatese - Quest’ultimo mi ha permesso di capire la differenza tra la medicina studiata sui trattati e la medicina reale che si esercita ogni giorno. Così ho deciso di svolgere la professione quale medico di famiglia a Olgiate".
Una professione interpretata con dedizione e senza distanze col paziente. "Mio zio Renzo è stato uno dei migliori chirurghi dell’ospedale Sant’Anna, mio nonno Matteo era un otorino. Quando ho iniziato come medico di famiglia non esistevano computer né cellulari. La chiamata del medico a domicilio era una specie di rituale che consisteva nell’inserire un semplice biglietto con nome, indirizzo e motivo della visita nella cassetta dell’ambulatorio. Il telefono fisso veniva usato quasi esclusivamente per chiamate urgenti. Durante l’ambulatorio bisognava essere in grado di visitare, diagnosticare e curare, tuttavia per me il rapporto col paziente risiedeva nel contatto umano e nella fiducia che ho sempre cercato di conquistare anche con un atteggiamento familiare e con una buona dose di ironia".

Al passo d’addio, un velo di malinconia. "Mi dispiace? Sì, mi dispiace parecchio andare in pensione - continua Pecco - Mi sembra di aver iniziato solo ieri, in realtà ho svolto per 40 anni quella che ho sempre considerato una passione più che una professione: il 2 gennaio 1980 l’inizio come medico di famiglia".

"Amate questa professione"

E’ il momento di dire grazie. "Spero vivamente di aver dato tanto ma sono sicuro di aver ricevuto umanamente tantissimo dai miei assistiti, che ringrazio affettuosamente. Un particolare ringraziamento va alla mia collaboratrice Patrizia che, durante tutti questi anni, con disponibilità e professionalità mi ha aiutato a gestire l’ambulatorio. Lascio il passo a chi, spero, possa amare come ho amato io questa splendida professione".

Nicola Gini

(Giornale di Olgiate, sabato 22 giugno 2019)

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