Migranti autosilo Val Mulini Como Accoglie: "Abbiamo dato noi tende e materassi"

I volontari: "Confidiamo che altri cittadini offrano la loro collaborazione".

Migranti autosilo Val Mulini Como Accoglie: "Abbiamo dato noi tende e materassi"
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Migranti autosilo Val Mulini. Ieri Giornale di Como è entrato nella tendopoli che si è creata nelle ultime settimane e di cui anche gli amministratori locali hanno dibattuto in Consiglio comunale. L'associazione Como Accoglie parla della loro presenza in quel luogo.

Migranti autosilo Val Mulini: il racconto dei volontari

Sul tema e sulla situazione che si è creata all'autosilo parlano i volontari di Como Accoglie.

"Noi volontari di Como Accoglie per primi vorremmo che si trovasse una soluzione per le persone migranti dall'autosilo di Val Mulini. E non lo chiediamo da ora, ma lo abbiamo segnalato per iscritto alle massime autorità cittadine già al finire dell'estate. 

Abbiamo cercato di rendere meno drammatica la realtà quotidiana di queste persone e, al tempo stesso, di provocare i minori disagi possibili alla popolazione di Como. Hanno sostato in una zona isolata, non in uso durante la notte; abbiamo cercato per quanto possibile, insieme a loro, di mantenere lo spazio pulito. 

Un'area aperta ai venti, ma coperta, ha permesso a questi ragazzi di dormire fuori senza subire la pioggia durante l'estate. Un sacco a pelo e un po' di latte caldo hanno dato loro qualche conforto.

Solo quando l'autunno si è fatto avanti abbiamo messo a disposizione dei materassi, poi impilati in un angolo durante il giorno, per riparare dal freddo del terreno. Quando le temperature si sono fatte insostenibili, solo da pochi giorni, abbiamo montato delle tende, soluzione estrema e provvisoria che speriamo possa avere fine in breve tempo. 

In tutti questi mesi ad azioni che affrontavano parzialmente bisogni materiali urgenti e di vitale importanza abbiamo affiancato la cura delle relazioni personali. Per salvaguardare la loro e la nostra umanità ed evitare che la frustrazione, la mancanza di speranza e la disperazione prendessero il sopravvento.

Sono persone con emozioni, desideri, sogni, delusioni. Non vogliono perdere la loro dignità che si manifesta anche in piccole cose: poter mantenere l'igiene personale, avere vestiti puliti, avere qualcuno che li rispetti e li ascolti. 

Il flusso di persone migranti, che la posizione geografica di confine fa transitare in modo particolare da Como, costituisce un aspetto della realtà del mondo attuale che va affrontato in modo consapevole e in un orizzonte globale.

Non è un problema solo locale e sarebbe ingeneroso accusare le autorità di Como per non essere in grado di trovare soluzioni a un fenomeno di portata intercontinentale.

Tuttavia, ognuno può fare la propria parte per gestire il fenomeno in modo responsabile, governarlo realisticamente, senza trascurare al tempo stesso il senso di solidarietà che ci caratterizza come città.  Noi come volontari non ci siamo sottratti a quei compiti che erano in nostro potere, per quanto limitate fossero le nostre forze.

Confidiamo che altri cittadini offrano la loro collaborazione, come è già successo in altre occasioni, in particolare nel corso dell'anno passato con le persone respinte alla frontiera svizzera. Confidiamo anche nella sensibilità delle istituzioni e delle figure che hanno responsabilità più grandi nella gestione della cosa pubblica Prefetto, Sindaco, e nel Vescovo. Per giungere a una rapida soluzione - auspicabilmente concertata fra tutti coloro che sul territorio lavorano con le realtà di estremo disagio - al problema più urgente, l'emergenza freddo, mettendo a disposizione spazi riscaldati per senza tetto, italiani e non, quantomeno nelle ore notturne. 

Poche ore e pochi giorni ancora di attesa possono sembrare poco rilevanti per noi che rientriamo a casa, in un ambiente riscaldato e abbiamo un letto dove riposare; passano in modo diverso per chi deve sopportare le fredde lunghe ore di queste notti".  

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